Tornano i Passionsspiele di Erl, una tradizione che si rinnova ogni sei anni da ormai quattrocento anni
A Erl, un piccolo paese del Tirolo al confine con la Baviera, si rinnova l’usanza dei Passionsspiele, ovvero i “Giochi della Passione”, una rappresentazione teatralizzata della vita e della passione di cristo, che si svolge ogni sei anni con la partecipazione di tutto il paese, dai bambini agli anziani.
Nell’arco alpino le rappresentazioni della Passione affondano le radici nel medioevo e furono fra le prime manifestazioni di rinascita del teatro dopo la rarefazione dei secoli altomedievali. Oggi a Erl e in altri paesi alpini di lingua tedesca si continua questa tradizione, che impegna tutta la popolazione in uno sforzo di produzione teatrale collettivo e comunitario. Erl, dopo la guerra, fece addirittura costruire un teatro apposito, il Passionspielhaus, imponente struttura di ben 1500 posti nata espressamente per queste rappresentazioni.
Le repliche iniziano a Pasqua, ma proseguono fino a ottobre. Iniziamo con il dire che il teatro era stipato di persone, una partecipazione di pubblico inaspettata. Il testo, tratto dai vangeli, così come la regia sono di Martin Leutgeb, attore professionista di lungo corso. L’imponente scenografia, con un’immensa scalinata bianca, è di Hartmut Schörghofer, la musica appositamente composta, suonata e cantata dal vivo, è di Christian Kolonovits, i costumi di Juliane Herold.
Il risultato è sorprendentemente professionale e coeso. Gli attori recitano con convinzione e sicurezza, il coro canta benissimo e la musica dal vivo regala il tocco finale al tutto. Ma quello che rende unica la rappresentazione è l’imponente partecipazione degli abitanti del paese, con nelle scene d’insieme più di quattrocento persone sull’immenso palco del Passionspielhaus.
La storia si dipana per episodi, dalla nascita di Cristo, passando per l’entrata trionfale a Gerusalemme, fino alla condanna e alla crocifissione. Gli eventi biblici sono narrati con precisione e con linguaggio semplice. A tratti la narrazione può sembrare didascalica, ma si riscatta con alcune bellissime scene, fra le altre l’apparizione di Giovanni Battista che grida nel deserto, la scena in cui Giuda vende Gesù al sinedrio e le trenta frustate impartite realisticamente a Cristo e contate una ad una dalla folla inferocita.
La crocifissione è letterale e messa in scena in alto, sopra la scalinata, con un effetto impressionante, mozzafiato. Commovente poi la deposizione, assolutamente realistica, effettuata a vista, solo con l’accompagnamento della musica. Pareva la deposizione di Rosso Fiorentino che prendeva vita. Questa scena da sola vale il viaggio ad Erl e testimonia la potenza evocativa che dovevano avere questi spettacoli per la diffusione del vangelo nel medioevo.
Innumerevoli gli interpreti. Non si possono citare tutti e non ha senso. Questo è un teatro che lavora sul gruppo, sull’unione: è l’intero borgo di Erl da lodare.
Grandi applausi per tutti nel finale da un pubblico giubilante e commosso.
Le repliche proseguono fino al 4 ottobre, poi bisognerà aspettare sei anni. Io ci farei un pensiero.
Raffaello Malesci (Domenica 27 Luglio 2025)