Recensioni - Teatro

In scena a Moncalieri una struggente Medea

Alle Fonderie Limone in prima nazionale con la direzione del regista piacentino Leonardo Lidi, un classico del teatro greco da Euripide che supera i secoli e i millenni interpretato magistralmente da Orietta Notari

Si parte da Euripide ma il dramma è tutto contemporaneo perché mette in scena sentimenti, dolori e sfumature dell'inconscio in cui lo spettatore, con un misto di stupore e di terrore, ha la possibilità di riconoscersi.
Quel bisogno d'amore di Medea, come di tutti noi, si confonde con l'idea di possesso e l'abbandono viene visto come un oltraggio al proprio orgoglio e una sottrazione di potere.

Orietta Notari è una Medea spettinata, vestita in modo trasandato, verrebbe da dire a casaccio, senza trucco, scalza, che si confronta con una rivale bella, giovane e seducente: colei che sposa Giasone, l'uomo, il marito, il padre per cui Medea ha abbandonato tutto, casa, genitori, patria. Tutto per amore. Neanche il pensiero, la consapevolezza di essere madre allevia la sua sofferenza e i figli, al contrario e loro malgrado, gliela acuiscono diventando alla fine uno strumento attraverso cui Medea, invano, tenta di riscattarsi attuando la vendetta.

Lo spazio scenico è un rettangolo con pareti trasparenti dove i protagonisti si muovono come se agissero rinchiusi in un acquario. La scena è vuota e grigia, una sorta di camera mentale che mette al centro le attrici, gli attori e le loro emozioni. La disperazione di Medea e la sua sofferenza ci è arrivata tutta, come potente ed efficace è l'incipit della pièce che fonde con particolare armonia il pianto di Medea e le parole pronunciate dalla nutrice con gli accordi di chitarra elettrica suonata dal pedagogo, che sembrano evocare i lamenti delle donne di Corinto.

Medea l'assassina, l'invasata che accecata dall'odio, per vendetta uccide i propri figli, così la descrive Euripide.
Medea folle e satanica, la rabbiosa fuori controllo e donna da condannare senza appello secondo Seneca.
Per Ovidio, Medea è la sposa innamorata e trasformatasi poi in maga che minaccia vendetta.
Ma Medea, detto dal regista Lidi in un'intervista, è soprattutto una mamma che ama tanto il papà dei suoi figli, che ama tanto questo papà e piange perché il papà vuole sposare una donna più giovane e bella.

Un personaggio della mitologia greca visto con gli occhi dei bambini, che parlano così poco ma che vedono tutti.
Un racconto tragico quanto mai attuale e necessario.

Con questa notevole messinscena torinese, più che mai il teatro ha un nuovo compito, quello di ricordarci che ci sono ancora luoghi dove, fisicamente, le persone possono riunirsi e condividere emozioni
Produzione Teatro Stabile Torino -Teatro Nazionale nella traduzione di Umberto Albini con drammaturgia di Riccardo Baudino

In scena Una strepitosa Orietta Notari con Nicola Pannelli, Valentina Picello, Lorenzo Bartoli, Alfonso De Vreese e Marta Malvestiti