Recensioni - Teatro

L’ispettore generale a Trento: insalata russa di satira, farsa e vaudeville

Efficace e suggestiva la messa in scena di Leo Muscato

Arriva al Teatro Sociale di Trento L’Ispettore Generale, farsa satirica di Nikolaj Gogol, in una messa in scena affidata a Leo Muscato e coprodotta da ben due teatri nazionali – Torino e lo Stabile del Veneto – oltre che dal teatro stabile di Bolzano dove lo spettacolo ha debuttato a fine ottobre.

Leo Muscato sceglie di non snaturare l’ambientazione originale e ricrea una Russia stilizzata, giocando efficacemente su alcuni elementi iconici quali la neve e le pellicce che tutti i personaggi continuano ad indossare e a togliersi via via che si dipanano le scene, in un gioco di interni senza pellicce e di esterni con pellicce e l’immancabile fioccare della neve. Bella, sobria ed azzeccata la scenografia di Andrea Belli: una casa stilizzata, poche pareti e qualche porta, che ruotando crea i vari ambienti in modo semplice ed efficace, contribuendo anche a scandire il passaggio del tempo, il cammino dei personaggi, l’alternanza fra interni ed esterni.

Il lavoro di Gogol è profondamente intriso della storia russa dei primi decenni dell’ottocento, il testo è del 1836. Troviamo perciò la corruzione dei funzionari, la steppa, le distanze, la burocrazia zarista che divideva la società in gradi dal più infimo addetto pubblico fino al generale. Non mancano gli espedienti drammatici e comici del teatro internazionale, dalla farsa al vaudeville ante litteram: con personaggi che parlano con forti accenti stranieri, altri scritti al limite del clownesco e così via.

Muscato lascia il testo praticamente nella sua interezza, mette in scena in modo onesto e competente, cercando di far arrivare la drammaturgia e di valorizzare la verve degli interpreti. La comicità funziona, il pubblico ride e si diverte. Qualche momento di stanca è compensato dal veloce alternarsi delle scene. Solo verso il finale il girare della casa inizia a diventare ripetitivo, un qualche scatto di ritmo avrebbe giovato alla fruizione.

Completo, vario e professionale il folto gruppo degli interpreti, su cui spicca Rocco Papaleo, che veste i panni di sindaco in modo asciutto e composto, con una efficace gestione dei tempi comici e un’interpretazione misurata a cui manca però a tratti una maggiore energia e il graffio del mattatore. Chlestakov è l’ottimo Daniele Marmi, spassoso e farsesco nella complessa parte del presunto ispettore generale. Si segnala poi Marco Brinzi, un Ispettore Postale chiaro, energico e tecnicamente ineccepibile. Spassose e ben recitate le macchiette affidate ad Elena Aimone, Michele Schiano di Cola e Michele Cipriani. Corretti e funzionali tutti gli altri: Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti e Marco Vergani.

Applausi convinti e ripetuti nel finale.

Raffaello Malesci (Giovedì 9 Novembre 2023)