Varie reminiscenze nello spettacolo, da Mozart a Strehler, passando per Molière
Arriva al Teatro Sociale di Brescia Arturo Cirillo con il suo Don Giovanni, di cui cura adattamento e regia oltre ad esserne l’interprete principale. Lo spettacolo è prodotto da Marche Teatro insieme agli stabili di Napoli, Genova e ad Emilia Romagna Teatro.
Cirillo si ispira a Mozart-Da Ponte e a Molière, anzi più che ispirarsi mescola intere scene dei due lavori, creando un singolare pastiche a metà fra la farsa e l’opera lirica in prosa. In sottofondo le musiche di Mozart registrate per piccola orchestra. Non mancano alcune scene cantate, soprattutto le arie di Donna Elvira.
Il plot narrativo è quello di Da Ponte, notevolmente abbreviato, in cui sono inserite alcune scene da Molière sostanzialmente avulse dal contesto narrativo e dalla trama. Così troviamo una disamina sulla medicina e i medici, argomento assai caro al francese, la scena farsesca del Signor Quaresima e la scena morale del padre di Don Giovanni nel finale.
Lo spettacolo è ben orchestrato e occhieggia ad un settecento stilizzato di chiara reminiscenza strehleriana. Bella la scena di Dario Gessati e accurati i costumi di Gianluca Falaschi. Certo la riduzione non è sempre a fuoco e soprattutto le scene riprese da Da Ponte restano troppo operistiche per essere realmente efficaci in prosa. Alla lunga si sente la mancanza di una maggiore originalità e di una drammaturgia innovativa che potesse suggerire qualche nuovo risvolto contemporaneo alla storia del Burlador di Siviglia.
Arturo Cirillo è drammaturgo, regista e mattatore. Il suo è un Don Giovanni più scettico che donnaiolo, a tratti svagato, cinico e indifferente. Nella replica a cui abbiamo assistito traspariva un po’ di stanchezza. Al suo fianco Giacomo Vigentini è Sganarello, ma sarebbe meglio dire Leporello. Bravo, asciutto e simpatico.
Rosario Giglio e Francesco Petruzzelli convincono nelle parti comiche (Quaresima e Ragotino) più che in quelle serie. Professionali ma senza slancio Irene Ciani e Giulia Trippetta, che si spartiscono tutte le parti femminili.
Recita domenicale di routine, ma buon successo per tutti a fine serata.
Raffaello Malesci (Domenica 10 Novembre 2024)