Recensioni - Teatro

La Divina Commedia un tramite per far risuonare la città, nella ricerca di ciò che va oltre il visibile

Canto alla Città di e con Lucilla Giagnoni debutta con successo al Teatro Sociale

A Brescia un Teatro Sociale tutto esaurito per Lucilla Giagnoni e il suo Canto alla Città. Città, come lei stessa premette, come “luogo di mezzo”; perché la città è fra la montagna -la vetta cui aspira l’anima dell’uomo nel suo percorso di vita-  e la pianura -la base dove le miserie e le fatiche quotidiane ci trattengono-. Esattamente come il Purgatorio si trova a fra l’Inferno, e il Paradiso.

 

Le città tendono al cielo con i loro palazzi alti e le torri. Il teatro stesso sta a mezza via, infatti nell’antica concezione urbanistica veniva posizionato tra il mercato, in basso, e l’acropoli, il tempio, in alto. Il teatro come luogo dove risvegliare le coscienze, dove stimolare l’evoluzione umana verso ciò che è oltre il cielo, oltre il visibile; il teatro come luogo dove indicare una via; il teatro come Virgilio, “l’altissimo poeta”, guida di Dante che “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura” gli indicherà “il viaggio”; Il teatro come cassa di risonanza per un salto quantico di evoluzione dell’umanità. Come sempre tutto è studiato per coinvolgere il pubblico in un crescendo di riflessioni, di stimoli alla crescita personale, alla voglia di conoscere. E quale tramite migliore poteva esistere se non il sommo poeta Dante e la sua Commedia? “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

 

Come ci ha da tempo abituati Lucilla Giagnoni è sola in scena, ma, questa volta ci sono tante sedie e leggii dietro di lei: sono le postazioni dei fiati del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia diretti dal Maestro Giovanni Sora, giovani dai 15 ai 30 anni, periodo della vita dove si passa dall’infanzia, alla fase adulta, dove si maturano le scelte degli uomini del domani. Ed ecco che Lucilla non è più sola in scena, ma i fiati la accompagnano nella lettura dei versi della Divina Commedia, sottolineando le emozioni che questi versi evocano con musiche di musiche di Eric Witacre, Ottorino Respighi, Gordon Jacob, Eric Satie, Gustav Hölst, Joan Pachelbel e Ralph Waughan Williams. Gli applausi scrosciano al termine dello spettacolo. Ognuno avrà portato a casa con sé qualcosa di questa serata, qualcosa avrà risuonato in ognuno dei presenti e questi saranno semi per una evoluzione collettiva.

Valeria Bisoni 30 novembre 2017