Al Lauro Rossi di Macerata arriva Magnifica Presenza, la versione teatrale del film (uscito nel 2012) di Ferzan Ozpetek, dopo il successo del riadattamento di Mine Vaganti
Racconta la storia di Pietro, un ragazzo catanese con aspirazioni d’attore che si trasferisce a Roma. La sua esistenza nella nuova abitazione viene tuttavia turbata da strane presenze, che solo lui può vedere; si tratta di una bizzarra compagnia teatrale con cui poi instaura un rapporto d’amicizia. Compatito dalla cugina, che cerca di guarirlo da queste continue allucinazioni, Pietro tenterà invece di andare a fondo della storia, cercando di capire le ragioni che trattengono nel presente questa sorta di fantasmi.
Il regista turco affida le scene al valido Luigi Ferrigno, che ricrea un'atmosfera retrò, con un gioco di specchi che si appoggiano sul palco di legno, un pianoforte molto vissuto e altri mobili di contorno. Tutto è contornato di eleganza e raffinatezza grazie ai costumi di Monica Gaetani e alle luci di Pasquale Mari.
Erik Tonelli nella parte del protagonista Pietro è bravissimo a pennellare i suoi stati d'animo con una recitazione briosa e toccante. Lo troviamo timido, indifeso, deluso, ma anche energico e desideroso di riscatto. Tosca D’Aquino è una spassosissima cugina Maria con la battuta sempre pronta in perfetto stile partenopeo, però capace di essere anche dolce e comprensiva.
Serra Yilmaz è Lea il personaggio più saggio e misurato, sempre tratteggiato con delicatezza e sottile ironia. Brava anche nei movimenti coreografici. Toni Fornari è il brillante baritono Ambrogio, con una baldanzosa presenza scenica e una voce corposa. Luciano Scarpa riesce ad interpretare con ottimi risultati sia il travestito Ennio, che l'incisivo Filippo. Tina Agrippino anche lei favolosa sia come Gea, la svampita agente immobiliare con la risata isterica, che la famelica e gelida Livia Morisini. Sara Bosi è la bella e vivace Elena. Fabio Zarella si muove con grande disinvoltura e sicurezza, sia nella parte del dolce e sensibile Luca, che in quella del rude e violento Massimo.
Ozpetek rimodella il suo film con un trascinante ritmo teatrale (sempre avvolto di mistero) che passa da momenti spigliatamente comici ad altri più intensi e riflessivi, toccando temi importanti come la memoria, il rimpianto, la voglia di salvezza, la speranza di credere sempre ai propri sogni.
Si resta incantati dalla profondità e dalla bellezza di questo spettacolo, come hanno dimostrato i lunghi applausi a fine recita.
Marco Sonaglia (Teatro Lauro Rossi-Macerata 8 gennaio 2025)