Recensioni - Teatro

Milano: all’Elfo un inno alla libertà con Atti Osceni

Splendida messa in scena dedicata a Oscar Wilde a cura di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

Il Teatro dell’Elfo di Milano riprende uno spettacolo iconico come “Atti Osceni” di Moisés Kaufman dedicato ai tre processi subiti da Oscar Wilde a fine ottocento e che lo portarono alla condanna a due anni di lavori forzati e al successivo esilio in Francia.

Il dramma di Moisés Kaufman ha debuttato negli Stati Uniti nel 1997 e racconta in modo documentato, incalzante tutta la vicenda. Lo stile è asciutto, quasi documentaristico, ma lascia anche spazi ai discorsi e alle riflessioni del poeta.

Perfetta la regia e la messa in scena di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia che creano uno spettacolo teso, ritmato, intenso e commovente. Con pochi elementi scenici sempre mossi dagli attori e qualche proiezione si materializza il tribunale ove Wilde ha subito i processi in alternanza con luoghi onirici e intimi ove vengono recitate testimonianze, squarci di biografie e lettere che completano e illuminano la complessa vicenda che porterà alla condanna di uno dei massimi scrittori dell’ottocento inglese.

Le luci millimetriche di Nando Frigerio esaltano gli attori stagliandoli nella semplice scatola nera in cui agiscono.

Un grido di libertà personale e di pensiero ancora oggi attualissimo, che nel finale si trasforma in un’apoteosi del poeta frivolo che frivolo non era per niente.

Ottimi e affiatati tutti gli attori: Giovanni Franzoni, Ciro Masella, Nicola Stravalaci, Riccardo Buffonini, Giuseppe Lanino, Edoardo Chiabolotti, Giusto Cucchiarini, Ludovico D'Agostino, Filippo Quezel.

È la terza ripresa di questo spettacolo e all’ultima replica la sala è ancora piena e prodiga nel finale di applausi entusiasti.

Raffaello Malesci (Domenica 4 Febbraio 2024)