Quando un attore all'età di novantuno anni decide ancora di calcare le scene, significa che hai dedicato una vita a questa preziosa arte e continui a regalare nuove emozioni
Uno di questi è sicuramente Umberto Orsini che lo scorso giugno al festival dei Due Mondi di Spoleto ha debuttato con il nuovo spettacolo "Prima del temporale", nato dal suo libro "Sold out", con la collaborazione di Massimo Popolizio, che ne cura anche la regia e si ritaglia alcuni momenti di voce fuori campo.
In un gioco tra sogno e realtà, un vecchio attore, appena prima di entrare in scena come protagonista nel "Temporale" di Strindberg, riceva una copia (proprio la sua) del libro Dove corri, Sammy? molto amato in gioventù e torna a rivivere la sua carriera, con Il teatro che si anima intorno a lui, tra passi, voci, oggetti e rumori di scena.
Marco Rossi e Francesca Sgariboldi curano le scene, ambientando tutto nel camerino dalle grandi pareti grigi e illuminato dai neon. I costumi sono del sempre valido Gianluca Sbicca, gli interessanti contributi video di Lorenzo Letizia, il suono di Alessandro Saviozzi e le luci di Carlo Pediani.
La regia di Massimo Popolizio è asciutta, tutto scorre benissimo tra dolci ricordi e momenti molto ironici che strappano sorrisi, senza mai cadere nella retorica o nel patetismo.
Orsini è il solito fuoriclasse, racconta con naturalezza, con gesti essenziali, con la sua voce metallica, ma al tempo stesso suadente, i frammenti della sua vita quando negli anni Cinquanta, parte dalla provincia con pochi soldi e arriva nella grande città, Roma, con il sogno di iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D'Amico.
L'incontro in treno con Orson Welles e poi Luchino Visconti, Gian Maria Volonté, Romolo Valli, Corrado Pani, Rossella Falk, i fotoromanzi, i film, gli sceneggiati tv (con il bellissimo monologo dai fratelli Karamazov).
Ad affiancarlo ci sono due validi attori: Diamara Ferrero nella parte della energica e frizzante assistente, Flavio Francucci in quella dell'ingenuo e simpatico pompiere.
Nello spettacolo ci passa davanti tutta la storia del teatro che si mescola a quella del nostro paese dal dopoguerra ad oggi.
Ne esce un ritratto delicato e profondo sulla figura dell'attore, con un finale intenso che porta ad un applauso fragoroso. Pubblico commosso, tutti in piedi ad omaggiare questo gigante, che ancora una volta ci ha regalato una serata da ricordare a lungo.
Marco Sonaglia (Teatro Storchi-Modena 24 ottobre 2025)