Recensioni - Teatro

Padova (Piove di Sacco): uno spettacolo pieno di vita, “A porte chiuse”

Maratona teatrale in streaming realizzata da un pool di associazioni culturali

La chiusura prolungata dei teatri in via precauzionale, sancita dagli ultimi decreti ministeriali per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto causata dalla diffusione del Covid-19, sta facendo nascere molte iniziative confinate nel mondo della rete tese a chiamare l’attenzione sulle difficoltà che sta vivendo il mondo dello spettacolo dal vivo. L’Associazione Play, padovana, in concerto con altri gruppi, tra i quali Teatro Boxer, e poi enti, compagnie e artisti, ha ideato l’iniziativa di una maratona teatrale in streaming, realizzata mercoledì 4 marzo. La serata intitolata “A porte chiuse” è stata ospitata dal Teatro Filarmonico di Piove di Sacco e sul suo canale Facebook è possibile vedere il video registrato nel corso dello spettacolo offerto in diretta al pubblico del web. Diversi artisti e compagnie hanno accettato l’invito a partecipare e si sono alternati sul palcoscenico in una staffetta che ha proposto frammenti degli spettacoli che stavano portando in scena prima dello stop impresso alle stagioni e alle programmazioni nei teatri, e inoltre momenti in cui è stata protagonista la musica, ma anche letture, monologhi mutuati da testi classici e rielaborati in modo originale, sketch divertenti che hanno posto l’accento sul ruolo storico, civile dell’attore, sulla dignità dei lavoratori del teatro. “A porte chiuse” è stato anticipato in rete dall’appello “virale” che hanno fatto girare sui social i componenti della Compagnia vicentina Stivalaccio Teatro: un invito rivolto ai colleghi a postare e a far girare una storia, una canzone, un monologo per affermare che i lavoratori dello spettacolo “esistono”, e che le restrizioni imposte al settore li stanno colpendo duramente. Al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco, l’apertura della maratona è stata affidata al variopinto trio acustico “Friedrich Micio Trio Jazz”; a Eleonora Marchiori il prosieguo con la lettura di un testo di Eduardo De Filippo tratto da “L’arte della commedia”, dove si guarda al mestiere dell’attore e al suo mancato riconoscimento all’interno di un albo dei lavoratori unanimemente riconosciuto in società. Sono seguiti gli attori dell’associazione culturale “Matricola Zero”, che hanno recitato un frammento del loro spettacolo intitolato “Evoruzione”, tratto dall’opera di Ruzante. La compagnia padovana “Febo Teatro” ha messo in scena un assaggio dello spettacolo “La stamberga delle scarpe”; Marco Tizianel ha poi proposto un’immersione nelle atmosfere inquietanti di “Danzica”, una via non diritta né troppo smarrita che attraversa un mondo contemporaneo infernale; Officine Arte Teatro, sempre in tema, ha proposto “Anima smarrita”. È stata poi la volta di Vasco Mirandola, che accompagnato dalla musica di Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini ha fatto rivivere le parole di Alda Merini in un frammento di “Ci sono notti che non accadono mai”. Giacomo Rossetto, tra i fondatori di “Teatro Bresci”, ha portato in scena un accenno del monologo dello spettacolo che la compagnia ha dedicato a Paolo Borsellino. Stefano Razzolini ha fatto ascoltare un brano del suo studio “Mose & me”. Gli attori di “Mataz Teatro” si sono ispirati ai classici e hanno interpretato la scena dei commedianti contenuta in “Sogno di una notte di mezza estate”, di Shakespeare. Sono seguiti Anna De Franceschi e Michele Mori, di Stivalaccio Teatro, che hanno dato vita a uno sketch esilarante che ha fornito in veste tragicomica uno spaccato dell’attualità e della situazione irreale che tutti stiamo vivendo. Andrea Dellai, fondatore di “exvUototeatro”, ha afferrato il testimone e ha portato di corsa nella realtà allucinata di “Sister(s) - miraggi su strada qualunque”. Sono poi tornati i grandi classici del teatro con Edoardo Fainello, che ha reinterpretato un monologo estrapolato dal “Cyrano De Bergerac”, di Edmond Rostand. La staffetta è proseguita con la cantautrice trevisana Erica Boschiero, che accompagnata da Sergio Marchesini ha interpretato una canzone in dialetto bellunese, che racconta con la voce della tradizione i meccanismi della paura indotta e parla della figura dell’Uomo Nero, e ha concluso il suo intervento con la bellissima “Respira”, dove è un albero generoso a dire di respirare la vita a pieni polmoni a una persona. Andrea Pennacchi, che con la veneziana “Woodstock Teatro”, “Pantakin Commedia” e il gruppo strumentale e vocale “Ensemble Harmonia Prattica” sarebbe stato impegnato in questi giorni alla Fenice di Venezia con lo spettacolo “Fantasmagorie - vita, morte e miracoli di Pulcinella”, ha chiuso la maratona accompagnato dalla musica di Giorgio Gobbo, con un pezzo intitolato “Il fantasma di Joe Hill”.

Si naviga a vista, ma non in solitaria, nel mondo dello spettacolo dal vivo, consapevoli che in un momento di forte crisi per il settore come questo il protagonismo da primedonne non serve. Una richiesta di attenzione educata, espressa non con slogan e proteste urlate ma con il linguaggio pieno di fascino del teatro.