Protagonista Gioele Dix
Ventidue anni fa ci lasciava Giorgio Gaber, una figura singolare nel panorama musicale italiano, l'inventore del Teatro-Canzone insieme al suo fedelissimo e geniale collaboratore Sandro Luporini.
Al teatro Persiani di Recanati fa tappa una data dello spettacolo "Per fortuna che c'era il Gaber".
Interpretato e diretto da Gioele Dix (attore, comico, scrittore) che sul palco è accompagnato da due ottimi musicisti come Silvano Belfiore (tastiera, programmazioni) e Savino Cesario (chitarre).
Inizia con "I borghesi” del 1971, per proseguire con "Ci sono dei momenti" (dal capolavoro "Dialogo tra un impegnato e un non so") e "I cani sciolti" (brano poco noto, pubblicato nel disco live "Io come persona" del 1994).
Addirittura si ascoltano degli inediti concessi dalla fondazione Gaber, come il monologo "Ottobre”, le canzoni "La verità è un miraggio” (una bella invettiva) e "Appunti di democrazia" (sulla falsariga de "La strana famiglia") musicate egregiamente da Belfiore e Cesario.
Si parla anche di amore con la malinconica "Ora che non sono più innamorato" (dove viene letta la seconda stesura del testo, scritto molti anni dopo) e "I soli". "La razza in estinzione" (scritta nel 2001 per il disco in studio "La mia generazione ha perso") è ancora granitica, un vero monito per il futuro, "Un'idea" sembra la canzone adatta per chiudere lo spettacolo.
Ma proprio come faceva Gaber, il primo bis è un medley di brani anni sessanta con "Torpedo blu", "La ballata del Cerruti", "Barbera e Champagne", "Il Riccardo", "Ma com'è bella la città". Il pubblico applaude con grande entusiasmo e c'è tempo per un ultimo saluto, con una brillante esecuzione de "Lo shampoo".
Gioele Dix ci porta nel mondo gaberiano, ci racconta quei formidabili anni pieni di sogni e di speranze, ci fa scoprire ancora di più la forza e l'attualità del suo pensiero, ci racconta il suo amore per questo e l'inaspettato incontro con in un hotel di Mestre.
Il suo omaggio è veramente interessante, sia per la scelta del repertorio, sia per l'approccio con cui viene eseguito. Lo fa con rispetto e naturalezza, senza imitazione, personalizzandolo con grande garbo.
Uno spettacolo assolutamente da vedere, che strappa sorrisi e ci fa riflettere, una vera carezza al cuore per questi tempi così aridi di speranza.
Marco Sonaglia (Teatro Persiani-Recanati 21 dicembre 2025)