Palpabili le conseguenze della pandemia per il festival Shakespeariano che propone uno spettacolo affidato agli allievi della Accademia Teatrale Veneta
A differenza dell’Arena, che, a parte il doveroso distanziamento, è riuscita a organizzare l’accoglienza per il pubblico in maniera quasi normale, il Teatro Romano risente ancora pesantemente del periodo di fermo obbligato appena trascorso. Platea ridotta al minimo, sedute di gradinata rimosse, niente cuscini e nessun avviso di portarseli da casa, bar letteralmente smantellato; insomma una piccola prova di coraggio per il pubblico costretto ad adattarsi alla bell’è meglio.
Di scena c’erano gli allievi diplomati presso Accademia Palcoscenico e Accademia teatrale Veneta a proporre “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare messo in scena da Giorgio Sangati. Scene di Alberto Nonnato. Costumi di Eleonora Rossi. Spettacolo cupo quello di Sangati, con ferrea e semplice scenografia e costumi di stampo moderno fra il punk e il rock. Per il resto la messa in scena si svolgeva in modo sostanzialmente tradizionale.
Volonterosi e febbrili gli allievi attori a cui si affiancavano a supporto alcuni professionisti nei ruoli principali: Sandra Toffolatti, Luciano Roman e Valerio Mazzuccato. Atmosfera da saggio di fine anno fra il pubblico, che ha augurato ai futuri attori al debutto la miglior fortuna.
Eccoli: Maria Anolfo, Giulia Briata, Riccardo Bucci, Elena Ferri, Riccardo Gamba, Gaia Magni, Marco Sartorello, Massimo Scola, Martina Testa, Paolo Tosin.
R. Malesci (09/07/21)