Fino al 12 Giugno alle Fonderie Limone di Moncalieri
La storia dell'umanità ha inizio in un bagno di sangue: Caino e Abele ci insegnano che nelle famiglie si nutrono odi profondi, che crescono e si sviluppano come mostri e che l'idillio bucolico è solo consegnato ad un immaginifico collettivo.
Ifigenia e Oreste non sfuggono a questo copione!
E' la storia di Agamennone. un padre che non riesce ad uscire da un incubo: crede e spera di essere un grande comandante, un grande leader, un grande padre...ma non è nulla di tutto questo, vive di pura immagine di se stesso a cui deve prestare fede: sacrificare la propria figlia per salvare la Patria.
la parola "Patria" itera spesso nel corso della tragedia, appare vuota...o svuotata, priva di significato, ma, Ifigenia (Giordana Faggiano) , pronta e consapevole del sacrificio a cui va incontro sembra conferirle il significante.
Sono trascorsi dieci anni dopo la guerra di Troia e questa scia di sangue provocata da un padre orrendo e incapace ricade sulle anime dei figli sopravvissuti: Oreste,(Giovanni Drago) Elettra(Giordana Faggiano), Pilade(Giovanni Anzaldo), muti testimoni degli esempi terribili di una generazione precedente, assetati di vendetta si macchiano di una colpa gravissima che li trasforma in stragisti violenti e sanguinari coalizzati contro il mondo insensato degli adulti: il mito è noto Agamennone sacrifica Ifigenia, Clitennestra(Arianna Scommegna) e l'amante Egisto si vendicano di Agamennone e lo prendono ad accettate nella vasca da bagno, i figli superstiti si vendicano a loro volta e giustiziano Clitennestra ed Egisto!
Valerio Binasco attore e regista (Agamennone) indaga la tragedia greca e sceglie il più moderno tra i tragici greci: Euripide...meno c'è e più è, tutto è scarnificato, ridotto all'osso, le scene, i dialoghi, i gesti... in una parola "essenziale".
Euripide ricerca ad oltranza i rapporti che regolano le passioni, sono drammi metaforici e realistici dei problemi umani che sono gli stessi da sempre: le nostre furie, paure...gli Dei hanno solo cambiato il volto e la velocità con cui procedono nelle vicende umane.
Gli uomini dell'antichità piangono e senza pudore manifestano i loro sentimenti che sono un tutt'uno con i movimenti psichici.
Valerio Binasco qui, per realizzare il Dolore, elimina il manifestarsi degli Dei, come realizzarli senza renderli ridicoli e goffi? Gli Dei parlano alle coscienze dei personaggi, e, quello che ci interessa è il grumo di vicende umane, così intense e violente e sofferenti ripulite da una sorta di pornografia del dolore: non abbiamo personaggi narcisi che lagnano la propria sofferenza... il dolore "è"...perché ogni creatura veramente "tragica" non vuole soffrire, si chiede- perché è successo proprio a me? Chiede al Dio - "Che cosa ti ho fatto?"La famiglia è il luogo deputato al dolore... da sempre... luogo di amore sì, ma anche di morte, ieri come oggi, perfino la celebrazione del sangue,la seduzione per la guerra, il dramma di un padre e di una figlia sono le componenti fondanti delle tragedie contemporanee.
Anche la comprensione del testo ha seguito una strizzatura e non una ricerca filologica: la parola "immagine" è quella che ricorre ed invocata ed urlata: Clitennestra ad Agamennone -"la tua immagine...dove sei...chi sei" facile intuire l'abuso contemporaneo dell'immagine, il mondo come rappresentazione,, Agamennone stesso una rappresentazione...perché Euripide è stato capace di prendere i miti e trasformarli nella psiche umana, la lotta, il dibattito, sono di un uomo moderno, ha gettato luce sulle potenzialità poetiche del nostro vivere confuso e malato.
Euripide da 2500 anni chiede di essere qui e ora e mette al centro di una dimensione pubblica la famiglia: la responsabilità dei padri e l'eredità dei figli,in Ifigenia sono gli adulti che governano in Oreste sono i ragazzi...Oreste...la storia di una discendenza disgraziata, rappresentata come un' esecuzione terroristica, non c'è nulla di sacro, a ben vedere in entrambe le tragedie Valerio Binasco ha eliminato il misterico, il sacro, il religioso: sono gli stragisti Omar ed Erika che uccidono oggi più che ieri...senza giudizio, la realtà ha una sua atroce poesia: gli attori-ragazzi hanno lavorato sulle parti più fragili di loro stessi per trovare il modo di raccontare questa complessità...Euripide, come un antico Dio, ci sussurra all'orecchio-"chi ha ragione? la legge divina o la legge umana?
Oreste, un eroe violento, confuso... si vanta, si compiange, arranca sulla verosimiglianza della sua identità, è un adolescente! Ma da dove si comincia ad uccidere? La rabbia conduce il braccio di tre ragazzi, goffi, contro il mondo degli adulti, è l'eterna lotta tra giovani e vecchi, senex e puer, sono destinati a collidere attraverso il bagno di sangue, una sorta di moralismo assassino adolescenziale.
In Euripide abbiamo un lieto fine: Oreste ha ucciso in nome di un Dio, e proprio il Dio Apollo, sistema tutto e trasforma i morti assassinati in semi Dei... Valerio Binasco no ...Quante volte abbiamo chiesto a Dio di salvare gli uomini...
Edwige Mormile
Ifigenia Oreste
Moncalieri (To) Fonderie Limone
Teatro Stabile -Teatro Nazionale
24 maggio 12 giugno
Ifigenia
soldato- Nicola Pannelli
Menelao- Jurij Ferrini
Achille- Giovanni Calcagno
Messaggeri- Giovanni Drago, Giovanni Anzaldo
Oreste bambino-Matteo Leverano
Oreste
Menelao-Nicola Pannelli
Tindaro- Jurij Ferrini
Elena-Sara Bertelà
Ermione-Letizia Russo
Messaggero - Giovanni Calcagno
scene e luci Nicolas Bovey-costumi Alessio Rosati-musiche Paolo Spaccamonti
assistente regia Giulio Odetto-assistente regia e drammaturgia Micol Jalla- assistente costumi Agnese Rubatti
produzione TST.