Recensioni - Teatro

Torino: al Teatro Astra Animali Selvatici con la regia di Paola Rota

Un testo teso e drammatico a cura di Alessandro Paschitto ispirato a L'Anitra Sevaltica di Ibsen

Il fantasma è nella sua ambivalenza, un Giano bifronte; vive e si nutre fra le mura delle nostre case.

Il cibo preferito di questi fantasmi sono i rapporti familiari: torbidi e quindi necessariamente falsi.

Momenti oscuri dell’esistenza che tentano di risorgere; una famiglia, Hjalmar e Gina, marito e moglie, e la loro figlia Hedvig, che hanno tentato di costruire una serenità familiare e provato ad abitarla, ma ahimè è troppo fragile.

Un disprezzo per un vecchio padre infedele e spregevole datore di lavoro. Un figlio, Gregers, che insegue un ideale perfetto, con effetti meschini. Il tentativo di risarcire le vittime del padre - la scena disseminata di pacchi regalo - ma il cinismo è un padrone autoritario.

Hjalmar, in un abisso di emarginazione sociale; Hedvig ignara di tutto fino a una cecità metaforica, non vedo ma non sono neanche vista. E qui il buon Edipo ci mette lo zampino.

Gina, la madre che sa. Qual è la verità celata? E quanto è prepotente!

Definirlo il dramma di una società borghese sarebbe banale. Piuttosto una spietata risolutezza a manipolare le vite umane: Hjalmar e Gina, marito e moglie, e la loro figlia Hedvig.

E nelle orecchie riecheggia Ibsen: "La tua vita mi sembra un campo cosparso di membra umane", dice Gregers al Vecchio.

A cura di Edwige Mormile

 

Sara Mafodda (Hedvig),

Irene Petris (Gina)

Edoardo Ribatto (Hjalmar)

Giuseppe Sartori (Gregers)

Scene e luci Nicolas Bovey

Suono Angelo Elle

Produzione TPE e Teatro Metastasio di Prato