Recensioni - Teatro

Torino: il surreale di Edificio 3 al Teatro Carignano

Il senso dell'assurdo fa parte di noi: scritto e diretto dal drammaturgo argentino Claudio Tolcachir, il testo surreale e grottesco, narra delle complessità delle vicende interpersonali.

Fedele all'unità di luogo e di tempo, una compagine umana in un vecchio edificio in disarmo, e, sembrerebbe abbandonato, rivela ciò che appare di noi, e,

nasconde ,suggerendo, ciò che in realtà siamo, sapientemente condito da bugie, tradimenti, frustrazioni.

L'animo umano è ambiguo e Tolcachir lo dipinge assai bene: di stampo Kafkiano il "non detto" irrompe e zittisce ciò che appare, in un ufficio pubblico dove tutto sembra non funzionare o in un interno domestico consegnato ad una quotidianità generale.

Una triangolazione umana domina la scena: Sandra (Giorgia Senesi) donna matura intenta caparbiamente ad inseguire una maternità negata, Hector ( Rosario Lisma ) attempato figlio, orfano da poco, di una mamma autoritaria, ed infine Moni ( Valentina Picello ) che domina la scena in gags esilaranti, invadente, pettegola ed impicciona ma pregna di umanità e simpatia.

Non è nuova al teatro la concezione dello spazio chiuso come arena e luogo di conflitto, ma è altrettanto vera la sua attualità. Racconta la solitudine esistenziale e l'incapacità di dirselo in un rimando continuo di nascondimenti non detti, rumorosi. Ma, ciò che si percepisce maggiormente è l'inettitudine di ogni personaggio nonostante non smettano mai di parlare o "fare", fortemente avvertibile dalla prima scena, non ottenendo mai nulla.

E' chiara in trasparenza la lezione del grande Cechov: tutto ciò che è veramente fondamentale viene sempre nascosto, e siamo noi, pubblico, a rubarlo, adattarlo, capirlo; ma la speranza aleggia per tutto lo spettacolo, qui e lì, la stessa scena in modo surreale è un bar per la pausa, lo studio medico dove Sandra deposita in un grembo immaginario il suo desiderio di maternità, o, infine, la casa immaginaria di due fidanzati (Emanuele Turetta e Stella Piccioni ) frustrati ed inquieti, teneteli d'occhio! Per Moni, invece, la casa è reale, vive nell'edificio abbandonato, ha perso la sua, grande ed unico momento di commozione e realtà rivelata, fra gags comiche dalla risata amara e fortemente umana.

Bravissimi tutti! Da vedere!

a cura di Edwige Mormile

 

Luci Claudio De Pace

Costumi Giada Masi

Produzione Piccolo Teatro di Milano-teatro D'Europa

Carnezzeria SRLS/TIMBRE4

in collaborazione con Aldo Miguel Grompone