Recensioni - Teatro

Torna Marco Paolini

Il suo nuovo spettacolo a San Daniele del Friuli

L’Ert, Ente teatrale regionale del Friuli Venezia Giulia, è una realtà culturale importantissima, perché spalma la sua programmazione su 28 teatri, di altrettante cittadine, disseminati sull’intero territorio regionale, dalla montagna al mare, alle volte abbastanza grandi, ma più spesso di dimensioni ridottissime ed il massima percentuale periferici .

Una operazione quindi di autentica e fattiva politica culturale, che consente al pubblico decentrato di godere di spettacoli di alto profilo, con grandi nomi del palcoscenico, ma anche di mantenere viva la passione teatrale in territori nei quali le offerte culturali non sono così frequenti.

In questi giorni si inaugurano le vari stagioni del circuito e giovedi 17 novembre è toccato a San Daniele del Friuli aprire il sipario su Antenati, intenso monologo , collegato al progetto ‘La Fabbrica del Mondo’, scritto ed interpretato da Marco Paolini.

Uno spettacolo di grande spessore, che riesce ad affrontare temi di grande portata senza cadere nella retorica, nell’autoreferenzialità, ma piuttosto coniugando con grazia e misura temi drammatici e sorrisi.

Chiamato a rispondere alle critiche di un figlio di sette anni che ha sposato la causa dell’ecologia, Paolini racconta, in questo lavoro nato nel periodo del lockdown, la scelta di invitare i suoi antenati, ad un grande incontro .

8000 ‘nonni’ che attorno ad una grande catasta, sovrastata da un frigorifero ignis, evocano il loro vissuto, a partire dal villaggio africano nel quale abitavano i nostri primi nonni, cha attraverso una grande migrazione , passando per la Rift Valley.

Accarezza i difetti dei nostri progenitori per mettere alla gogna un presente superficiale, senza scivolare nel ruolo del predicatore.

Una intensa cavalcata nella quale i registi cambiano continuamente, passando da momenti trascinanti, ad atmosfere epiche, a momenti colloquiali, a storie divertenti, grazie ad un uso della voce sicuro e di grande suggestione, con un uso attento dei bassi, che accarezzavano le parole, sensibilissimi sussurri, un crescendo musicale alla fine, anche grazie alle belle musiche di Fabio Barovero, che nel corso dello spettacolo si ritagliano un ruolo sempre più importante.

Vengono spiegati, a colpi di sorriso, la genesi del pianeta, la genetica , la deriva dei continenti, la mappatura del genoma, con appropriatezza ma autoreferenzialità.

Il garage di casa, la scatola dei biscotti mellin con generazioni di viti e chiodi, il disordine nel quale nascondiamo i ricordi, sono il territorio comune fra attore e platea, che si riconosce nel racconto e risponde con sorrisi di condivisione.

In ognuno di noi, ci viene detto, si incontrano le tracced ella memoria di chi ci ha preceduto , i fili che ci legano.

Guardando indietro possiamo trovare le risposte alle domande che ci tormentano, fra antichi batteri e nuovi influencer .

La morale che ci viene consegnata è gioire di quello che si ha, di quello che si è, avendo coscienza che l’imperfezione è un dono.

 

Applausi trionfali alla fine e tante chiamata in scena per il protagonista di uno spettacolo di bellezza non comune

 

Antenati

The grave party

di e con Marco Paolini

musiche di Fabio Barovero

assistenza tecnica Piero Chinello

produzione: Michela Signori, Jolefilm

 

in tournè dal 16 al 21 novembre 20222