Recensioni - Teatro

Trento: De’ fosche atmosfere pirandelliane di De Fusco

Non convince Lucia Lavia, protagonista di Come tu mi vuoi di Pirandello

A Trento arriva il Teatro stabile di Catania, che, insieme al Teatro della Toscana, produce un testo di Luigi Pirandello di rara esecuzione: Come tu mi vuoi. La regia è di Luca De Fusco, recentemente approdato alla direzione del Teatro di Roma, che prosegue sulla strada di Pirandello dopo la messa in scena di “Così è se vi pare” con Eros Pagni.

La visione cupa, grigia, a tratti staliniana, della commedia precedente non muta per la messa in scena di “Come tu mi vuoi”, anzi se possibile si estremizza. Scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta. Il grigio passa al nero, i personaggi recitano sempre dietro un velario, la scena è indistinguibile, una chiazza scura che confonde i volumi e rende tutto uniforme. Le proiezioni affidate ad Alessandro Papa sdoppiano i personaggi, creano quadri e rimandi materici, tutto sempre e rigorosamente in bianco e nero.

“Come tu mi vuoi” non è certo fra i testi migliori di Pirandello, intriso com’è di stilemi narrativi e drammaturgici mutuati da altri testi più noti. Si riconoscono tratti del Così è se vi Pare, mentre il rimando al ritratto si trova tale e quale nell’Enrico IV. Rendere il tutto un dramma ibseniano affossa ulteriormente la drammaturgia già a tratti scollata, appesantendo la messa in scena in un’uniformità che non convince, anzi spesso annoia. Senza voler essere passatisti Paola Borboni sosteneva che Pirandello andava recitato con leggerezza. Leggerezza che manca totalmente a questo allestimento.

La parte della protagonista, l’Ignota, è stata affidata a Lucia Lavia, che recita in modo meccanico, accompagnando quasi ogni parola con reiterati movimenti coreografici francamente avulsi dal contesto e da quanto viene detto. La Lavia va per la sua strada, recita ostinatamente da sola una precisa e maniacale sequenza di toni e di accenti, non comunica con i colleghi, non è interessata al pubblico. Anni fa si sarebbe detto che “si recita addosso”. Insomma annoia.

Al suo fianco un folto gruppo di attori che invece portano il testo in modo sostanzialmente naturalistico ed efficace. Nessuna traccia purtroppo di un ensemble dagli intenti comuni: da una parte la protagonista impegnata in una specie di monologo meccanico, dall’altra “gli altri” che rispondono alle battute. Avranno provato insieme, oppure ognuno per conto proprio? Eccoli dunque “gli altri”: Francesco Biscione, Alessandra Pacifico, Paride Cicirello, Nicola Costa, Alessandro Balletta, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Isabella Giacobbe.

Se oggi un certo Pirandello può apparire datato non è certo questo il modo di rendergli giustizia.

Raffaello Malesci (Venerdì 22 Marzo 2024)