
Nella Guerra dei Roses al Teatro Nuovo Ambra Angiolini fatica a trovare la quadra
Il 2019 inizia al Teatro Nuovo di Verona con una commedia di Warren Adler: “La Guerra dei Roses”, tratta dall’autore stesso dal suo omonimo romanzo del 1981 e diventato otto anni più tardi un grande successo cinematografico con Michael Douglas e Kathleen Turner.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2017 all’Eliseo di Roma ed è interpretato da Ambra Angiolini e Matteo Cremon nei panni dei protagonisti. Mentre Massimo cagnina e Emanuela Guaiana si sobbarcano tutti gli altri personaggi. La regia è affidata a Filippo Dini che inquadra efficacemente l’azione in una casa della buona borghesia americana alquanto sghemba e instabile a simboleggiare forse la precarietà del patto familiare che la sorregge. Bella la scenografia di Laura Benzi. La vicenda è nota e il regista la mette in scena con semplicità, gestendo bene entrate e uscite, si dilunga però troppo in alcune scene di passaggio che avremmo volute più snelle e dirette. Il testo è essenzialmente una commedia, cruda e cinica, ma pur sempre una commedia e in questo senso la caratterizzazione della coppia protagonista è forse fin troppo drammatica. Il finale luciferino, condito da scontate luci rosse, è quello che forse convince meno, così come l’improbabile cena di inizio secondo atto in cui appaiono alcuni personaggi non citati in locandina e che si trovano catapultati in una scena alquanto confusa.
Il migliore in campo è sicuramente Massimo Cagnina che delinea un avvocato dalla spiccata verve comica con tempi perfetti e accenti ironici. Inoltre si sobbarca anche altri personaggi dimostrando una spiccata indole da caratterista. Meno incisiva Emanuela Guaiana. Per quanto riguarda la coppia dei protagonisti, buona la prova di Matteo Cremon che delinea con i giusti tempi e accenti un marito appassionato e stralunato anche se a tratti troppo drammatico. Delude invece la protagonista Ambra Angiolini, che, se pur dotata di un buon ritmo, non riesce a trovare i giusti tempi comici sul testo rendendo il personaggio monocorde e monotono. Una voce abbastanza secca e con poche sfumature non aiuta.
Alla fine la commedia risulta lunga e a tratti stiracchiata, proprio perché la coppia dei Roses non decolla mai completamente.
Buon successo a fine serata.
Raffaello Malesci (16/01/19)