Recensioni - Teatro

Verona: Gli Innamorati allo specchio

Riuscita messa in scena del classico di Goldoni con i giovani attori del Teatro Stabile del Veneto

Prosegue la bella stagione di prosa al Teatro Nuovo di Verona con un classico della drammaturgia veneta: Gli Innamorati di Carlo Goldoni con la regia di Andrea Chiodi, le scene di Guido Buganza e i costumi di Ilaria Ariemme.

Chiodi e i suoi collaboratori inquadrano l’azione in un ambiente spoglio completamente giallo in cui troneggia un divano verde e uno specchio. Verdi anche tutti i costumi che richiamano il settecento ma con un taglio lineare e contemporaneo. Una messa in scena sobria ma suggestiva in cui gli attori hanno ampia libertà di muoversi e di agire, una sorta di scatola teatrale che evoca contemporaneità e commistione fra antico e moderno.

Il testo è sostanzialmente mantenuto nella sua integrità e la recitazione è sufficientemente veloce e spigliata con tutto il giovane cast che ha acquisito ottime capacità attoriali. Segnaliamo anche che si recita senza microfoni, all’antica italiana. Gli attori si sentono bene a riprova di un’ottima preparazione vocale.

Il testo goldoniano è un piccolo capolavoro e scorre veloce e divertente. Chiodi cerca di far sentire la sua presenza di regista inserendo qualche citazione esterna a cura della drammaturga Angela Demattè. Ne risulta a tratti un’azione rallentata con accenni a stilemi da teatro contemporaneo: il vagare degli attori sul palco, Lisetta che all’inizio entra con l’aspirapolvere, qualche canzone anni sessanta, il guardarsi degli attori lungamente allo specchio, cosa che diventa in qualche modo il fulcro dell’idea registica e della messa in scena.

Adelaide Ristori, interprete celeberrima della Locandiera, diceva che per fare Goldoni servono tre cose: “Brio, brio, brio”. Invece, a riprova che la Ristori aveva ragione, proprio gli interventi registici rallentano l’azione e non forniscono nulla in più allo spettacolo. Inoltre gli accenti ibseniani talora richiesti agli interpreti non giovano all’insieme. Il regista però insiste in questa lettura tanto che nel finale tutti gli attori si allineano davanti a questo specchio che dovrebbe riflettere i travagli interiori dei personaggi.

Ottimi i giovani interpreti. Gaspare Del Vecchio, un Fabrizio ironico e mobile anche se fisicamente fuori parte; Elisa Grilli, un’Eugenia capricciosa e nevrotica; Ottavia Sanfilippo, una Flamminia materna e calibrata; Cristiano Parolin, un Fulgenzio vario negli accenti, febbrile e ben calibrato; Riccardo Gamba un servitore originale e caratterizzato; Alessia Spinelli, la veterana, divertente e comica nella parte della serva Lisetta. Un po’ meno a fuoco Francesca Sartore, Leonardo Tosini e Gianluca Bozzale.

Vivo successo nel finale.

Raffaello Malesci (Venerdì 2 Febbraio 2024)