
Fedele al testo e nel complesso riuscita la messa in scena di Serena Sinigaglia
Arriva dal Teatro Greco di Siracusa l’ultima proposta di prosa dell’Estate Teatrale Veronese. Prodotta dall’Istituto del Dramma Antico, si tratta della Lisistrata di Aristofane, con la regia di Serena Sinigaglia e Lella Costa come protagonista.
Intanto iniziamo con il dire che il Teatro Romano, a differenza delle proposte iniziali, era finalmente pieno in ogni ordine e che il testo di Aristofane era presentato nella sua interezza, con ben 25 interpreti sul palco. In questi tempi di micragna teatrale, in cui dilagano monologhi e i drammi o le commedie subiscono improbabili quanto indegne riduzioni dettate dalla mancanza di denari, questa è forse la vera notizia.
Serena Sinigaglia propone una messa in scena in cui il testo di Aristofane viene presentato praticamente nella sua interezza, nell’appropriata traduzione di Nicola Cadoni, con tutte le parolacce e sconcezze tipiche di Aristofane e della commedia antica. La scena di Maria Spazzi è di estrema semplicità, con una pedana inclinata e un fondale di corde rosse; i costumi di Gianluca Sbicca sono vari e fantasiosi. La regia è assolutamente fedele al testo, tanto da risultare a volte didascalica. Lo svolgimento è però sempre chiaro e coerente, gli attori sono tutti ben preparati e scelti con cura. Il coro, composto da allievi, recita, canta e balla come dovrebbe essere per il coro della commedia o tragedia greca. Insomma la Sinigaglia non ha nessun vero colpo di genio o trovata originale, ma ha il merito dell’onestà e del buon mestiere teatrale, che non è poco.
Il pubblico ride e si diverte. Meno di quanto potrebbe, ma, è risaputo, la libertà sessuale della Grecia antica fa ancora paura, stuzzica senza riguardo gli istinti umani, scatena prurigini, sorprende chi non conosce la commedia antica. In questo senso la messa in scena è fin troppo prudente: edulcora la frenesia sessuale in un finale con tutti gli attori disposti sul palco a declamare un oratorio civile salvifico, anziché gli scatenamenti orgiastici scritti da Aristofane. Forse ci si poteva aspettare qualcosa di più controverso da una regista che viene dalle “cantine a ringhiera” milanesi. Il teatro stabile e i relativi fondi edulcorano qualsiasi avanguardia. Accontentiamoci.
Lella Costa è una Lisistrata di matronale compostezza. Niente a che fare con le capopopolo di Aristofane quale sarebbe Lisistrata insieme alla Prassagora delle Donne a Parlamento. L’attrice è di vaglia e si fa ascoltare. Onore al merito e alla carriera.
Nel numeroso cast spiccano il Cinesia febbrile e divertente di Salvatore Alfano. Il personaggio è delineato con energia e schiettezza. Alfano rappresenta senza freni inibitori il perenne stato di eccitazione sessuale del personaggio e azzecca tempi comici calibrati e fulminanti, anche grazie al supporto della spigliata Mirrine di Cristina Parku.
Marta Pizzigallo è sempre una caratterista di rilievo e la sua Calonice spesso mette in ombra la stessa Lisistrata. L’attrice delinea un personaggio cinico e disincantato, di assoluta efficacia e magnetismo, ricordando a tratti una grande attrice della commedia quale Rossy De Palma.
Da citare il coro affidato per la parte testuale a tre donne e tre uomini. Aristofane infatti divide nella prima parte della commedia il coro in due semicori rivali prima della riconciliazione finale. Riuscite e divertenti le caratterizzazioni dei vecchietti e vecchiette di Atene ad opera di Marco Brinzi, Francesco Migliaccio, Stefano Orlandi, Pilar Perez Aspa, Giorgia Senesi, Irene Serini.
Bravi e preparati anche tutti gli altri: Simone Pietro Causa, Aldo Ottobrino, Didi Garbaccio Bogin, Beatrice Verzotti, Alessandro Lussiana, Stefano Carenza, Giulia Quacqueri.
Teatro pieno e buon successo nel finale.
Raffaello Malesci (Giovedì 11 Settembre 2025)