Recensioni - Teatro

Verona: un giallo di qualità per l’inaugurazione della stagione

Riuscita trasposizione del testo di Heinrich Böll

La trentaquattresima edizione della stagione di prosa al Teatro Nuovo di Verona ha inaugurato ieri sera con “L’onore perduto di Katharina Blum” testo tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore tedesco, premio Nobel per la letteratura, Heinrich Böll. Lo spettacolo è stato prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia insieme ai teatri stabili di Napoli e Catania.

L’omonimo romanzo è del 1974 e fece parecchio scalpore, poiché già allora affrontava gli effetti dirompenti sulle persone dell’interesse morboso della stampa scandalista. Letizia Russo adatta in modo efficace il romanzo di Böll, mantenendo il flash back iniziale e creando una drammaturgia serrata e cinematografica che rimane in equilibrio fra il noir e il giallo criminale. Franco Però dal canto suo azzecca una regia veloce, iconica e ben organizzata intorno alla funzionale scenografia di Domenico Franchi. La Storia si dipana in vari ambienti ben delineati da diverse situazioni luminose e cresce d’intensità fino al catartico finale.

Katharina Blum è una ragazza normale, cameriera e tutto fare presso un agiata famiglia borghese, che ha la sfortuna di innamorarsi una sera di un presunto terrorista ricercato dalla polizia. Lei lo ospita in casa sua e, follemente innamorata, lo aiuta a sfuggire alla cattura. Ne consegue che viene indagata e interrogata per favoreggiamento. La cosa potrebbe finire lì se non che un giornalista del famoso quotidiano scandalistico Bild Zeitung inizia ad interessarsi al caso e, per aumentare le vendite, crea ad arte un vero e proprio scandalo intorno alla figura di Katharina. Il giornalista senza scrupoli chiede informazioni a vicini e conoscenti, all’ex marito e perfino alla vecchia madre morente, manipolando poi vigliaccamente la storia per creare scandalo e titoli da prima pagina. Il giornalista non ha remore a trascinare nel fango gli amici di Katharina e anche i suoi datori di lavoro. Il mondo crolla sulle spalle della povera ragazza che alla fine, esasperata, uccide il giornalista. Lo spettacolo si conclude come era iniziato con Katharina che dice dopo l’omicidio: “Ho percorso tutta la città in cerca di rimorsi, non ne ho trovati!”

La scrittura di Böll è veloce, ironica, controversa ed estremamente efficace. Lo scrittore tedesco, pur trattando una tematica lontana nel tempo, ha il dono di restare sempre universale tanto che il suo testo suscita ancora oggi sincera indignazione. Immediato il rimando alla contemporaneità: a cosa è oggi la “Stampa scandalistica” nella sua nuova ma in realtà invariata versione, condita di false notizie e gogne mediatiche che viaggiano sul filo delle reti sociali. Cambiano i mezzi non purtroppo i fini.

Ottimi tutti gli interpreti. Spicca la Katharina Blum di Elena Radonicich, brava, precisa, secca al punto giusto e giustamente allucinata nel finale. Peppino Mazzotta è un Hubert Blorna intenso e credibile. Francesco Migliaccio, che ricordiamo sempre a Verona come Javert nei Miserabili, sembra essersi specializzato nelle parti del poliziotto con ottimi esiti, egli delinea infatti un commissario Beizmenne inquisitorio e a tratti grottesco. Precisi e professionali gli altri interpreti della compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Jacopo Morra e Maria Grazia Plos.

Vivo successo a fine serata. Uno spettacolo da non perdere, ancora a Verona fino a domenica e poi in tournée.

R. Malesci (05/11/19)