Recensioni - Teatro

Verona: una farsa francese per "Divertiamoci a Teatro"

La rassegna “Divertiamoci a Teatro” del Teatro Nuovo di Verona prende il via con “Alle 5 da me”, farsa di Pierre Chesnot con la regia di Stefano Artissunch.

Una coppia di sposi irrompe in platea: sono Charlotte (Gaia de Laurentiis) e Jean-Carl (Ugo Dighero), due vicini di casa che sono finalmente riusciti a coronare il loro sogno d’amore e che non vedono l’ora di raccontarsi al pubblico, interlocutore diretto di tutte le loro riflessioni.

Ora che la loro “sete di coppia” è appagata, desiderano ripercorrere le vicende che li hanno portati a scegliersi come compagni di vita ricordando gli appuntamenti più buffi e disastrosi affrontati dopo aver deciso di voler abbandonare la vita da single, l’una perché bramosa di avere un figlio, l’altro perché stanco di avventure senza futuro.

Con una serie di flashback assistiamo allora nella casa dell’uno o dell’altra al susseguirsi di comici incontri con personaggi più o meno stravaganti e paradossali, sempre interpretati dal duo di attori.

C’è la donna ossessionata dalla sua auto, quella completamente ingessata, la dottoressa con il pallino delle analisi, la moglie annoiata in cerca di un amante e poi il padre di famiglia che non disdegna le scappatelle, il disperato per un amore finito, lo zotico maestro di sci, il becchino fissato col lavoro… ce n’è per tutti gusti!

Solo quando l’ennesimo appuntamento “alle 5 da me” sarà annullato dai rispettivi invitati i due decideranno di darsi un’occasione e scopriranno che non dovevano andare poi molto lontano per trovare la felicità.

In questo puro diverstissement francese il gioco dell’amore è dunque messo in scena e ogni dettaglio contribuisce a creare l’atmosfera giocosa.

Le musiche della Banda Osiris sottolineano e potenziano il sapore quasi cartoonistico dei surreali incontri amorosi, la scena (a cura di Matteo Soltanto, associata alle luci di Giorgio Morgese) rappresenta efficacemente gli appartamenti dei due protagonisti con arredi stilizzati e un intreccio di travi dai colori accesi e vivaci, che sembrano richiamare quelli tipici dei giocattoli.

La dimensione del gioco continua poi con la scelta di far sì che i cambi d’abito (e di personaggio) dei due attori avvengano a vista, in un spazio accuratamente creato per dare sia l’idea del classico camerino che per integrarsi con la restante ambientazione domestica.

Ne risulta allora uno spettacolo spensierato e gradevole in cui ai modi a volte forse eccessivamente affettati dei protagonisti si alternano simpatiche battute di spirito che, benché non sempre inaspettate, sono state capaci di portare alla risata il pubblico presente.