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A Venezia Spettri di Ibsen

Il Teatro Stabile del Veneto presenta una nuova versione del capolavoro di Ibsen adattato da Fausto Paravidino, diretto da Rimas Tuminas e interpretato da Andrea Jonasson

Sono passati tanti anni da quando finiva la vicenda di Spettri così come la raccontava Ibsen. Regine, ormai una donna adulta, va a trovare la signora Alving nella casa dove si svolse la tragedia. Sembrano due donne ormai pacificate col passato e i suoi fantasmi, ma non è così. Quegli spettri continuano a ritornare. È una sorta di sequel la nuova versione del capolavoro di Ibsen prodotta dal Teatro Stabile del Veneto, adattata da Fausto Paravidino e diretta dal regista lituano e direttore del Teatro Vakhtangov di Mosca Rimas Tuminas che giovedì 3 febbraio debutterà in prima nazionale sul palcoscenico del Teatro Goldoni di Venezia, dove resterà in scena fino a domenica 6. Ad interpretare i panni della protagonista Helene Alving è Andrea Jonasson, che sarà affiancata sul palco da Gianluca Merolli (Osvald Alving), Fabio Sartor (Pastore Manders), Giancarlo Previati (Jakob Engstrand) ed Eleonora Panizzo (Regine Engstrand). Lo spettacolo riprende fedelmente la storia ambientandola anni dopo e aggiungendo così una nuova cornice al racconto che si va a sommare al racconto stesso in un gioco continuo di scatole cinesi.

Spettri rappresenta uno dei drammi più significativi di Henrik Ibsen, considerato una commedia sociale, o più propriamente, un dramma borghese. Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. L’ambientazione però è quella di un’allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l’animo dei personaggi, da una pioggia battente; un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi. Quello di Ibsen è un realismo che svela l’ipocrisia della morale borghese, fondata sul perbenismo e sulla religiosità di facciata. Helene Alving, ricca vedova, rievoca col Pastore Manders la vera e nefanda personalità del marito alla memoria del quale sarà dedicato l’asilo che si sta per inaugurare. Ella era in gioventù fuggita dal marito corrotto per rifugiarsi tra le braccia del pastore che amava, ma questi l’aveva respinta. Osvald Alving, che ignora le terribili verità del passato, è appena tornato da Parigi, dove ha scoperto di essere ormai destinato alla follia: la madre che finora gli aveva nascosto il passato, finalmente gli rivela che egli ha ereditato la sifilide dalle dissolutezze del padre. Egli apprende dalla madre che Regine Engstrand, la giovane cameriera della quale è innamorato, è frutto di una relazione del padre e quindi sua sorellastra. Il falegname Engstrand, zoppo dalla parte sinistra, quella del “male”, incarna il maligno e vuole aprire una Casa del marinaio: un bordello contrabbandato per iniziativa meritoria.

Regine, dopo aver scoperto di essere la sua sorellastra, abbandona Osvald e accetta di andare nel bordello del patrigno. L’asilo viene divorato da un incendio provocato dal falegname Engstrand che incolpa il pastore, salvo poi autoaccusarsi per tenerlo in pugno e avere l’avallo per la Casa del marinaio. Osvald, dopo aver fatto promettere alla madre, qualora fosse colto da un’altra crisi, di somministrargli una dose letale di morfina, viene definitivamente travolto dalla follia. Spettri viene spesso considerata l’altra faccia di Casa di bambola: la signora Alving è una Nora che non riesce a fuggire, che si lascia plagiare da un moralismo puritano e convenzionale incarnato dal Pastore Manders, una sorta di coro in questa moderna tragedia. Helene Alving resta a custodire le falsità della vita borghese e tenta di riscattare il passato con un asilo che va emblematicamente a fuoco, perché gli “spettri” del passato riemergono continuamente.

Note di regia

di Rimas Tuminas

La storia si sviluppa intorno allo scontro tra Helen e suo figlio Osvald, scontro che porta a galla vecchi peccati di famiglia. “La verità è la cosa più difficile da rivelare”, dice il regista Rimas Tuminas e in questa produzione è ben rappresentato non solo il disvelamento di segreti familiari, ma anche l’esternazione dei fantasmi che si nascondono e vivono dentro tutti noi.

I “fantasmi” sono illusioni che le persone costruiscono a partire dalle proprie debolezze, glorifichiamo le nostre paure e lodiamo le effigia dei nostri carnefici. I “fantasmi” sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo ai nostri figli.

Questo spettacolo è una storia di liberazione dai fantasmi che ci inseguono.

Le illusioni collassano, crudeli verità vengono rivelate e l’immagine della famiglia ideale si frantuma rivelando ciascun membro per l’individuo libero qual è. Riconquistare la propria indipendenza attraverso il superamento delle illusioni, come donna e come madre, diventa l’unica strada possibile verso la libertà.

I personaggi femminili di Ibsen hanno qualcosa di sbalorditivo e straordinario, sono tra i più potenti del mondo teatrale. Siamo di fronte ad una donna che vede chiaramente, agisce con coraggio, svela menzogne ed è infallibile nel suo giudizio. È capace di sacrificare tutto in nome della verità.

 

Teatro Goldoni | Venezia

Giovedì 03 feb ore 20.30

Venerdì 04 feb ore 19.00

Sabato 05 feb ore 19.00

Domenica 06 feb ore 16.00

 

SPETTRI

di Heinrik Ibsen

versione italiana e adattamento Fausto Paravidino

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regia Rimas Tuminas

scene e costumi Adomas Jacovskis

musica Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibellius, Georges Bizet

disegno luci Fiammetta Baldisseri

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con

Andrea Jonasson

Gianluca Merolli

Fabio Sartor

Giancarlo Previati

Eleonora Panizzo

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assistente alla regia Gabriele Tuminaite

assistente e interprete del team creativo Alina Frolenko

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produzione TSV – Teatro Stabile del Veneto

 

https://www.teatrostabileveneto.it/events/event/spettri-venezia/