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Presentato il cartellone della LXXII Estate Teatrale Veronese

Dal 18 luglio al 21 settembre, un ricco programma di teatro, danza e musica che confermano Verona un punto di riferimento nel panorama culturale nazionale.

Il programma della settantaduesima edizione, a cura del nuovo direttore artistico, Carlo Mangolini, propone, dal 18 luglio al 21 settembre, un cartellone ricco e variegato, che annovera, fra gli ospiti, Claudio Bisio, Paolo Rossi, Chiara Francini, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Chiara Lagani, Melania Mazzucco, Babilonia Teatri con Paola Gassman e Ugo Pagliai, Alessio Boni e Michela Cescon, Marco Tullio Giordana, Vinicio Capossela, Vasco Brondi, Raphael Gualazzi, Paolo Fresu, Musica Nuda e per la danza Cristiana Morganti, Silvia Gribaudi e Chiara Frigo.

La programmazione dedicata al TEATRO si suddivide in due sezioni, CLASSICHE PAROLE, nella doppia accezione di antiche e quotidiane, e il FESTIVAL SHAKESPEARIANO, nucleo centrale del festival, con progetti inediti nei contenuti, centrati sulla riscrittura drammaturgica e, ovviamente, adeguati nei formati al post Covid.

Per la sezione CLASSICHE PAROLE inaugura il festival, in prima nazionale, (sabato 18 luglio, ore 21), Claudio Bisio con un progetto realizzato assieme a Gigio Alberti a partire dal libro di Federico Baccomo “Ma tu sei felice?”, nato durante il lockdown come format a metà tra la lettura teatrale e la serie web. Isabella Ferrari sarà in scena con Fedra, venerdì 24 luglio, di Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del XX secolo. Un monologo di grande intensità che trova nell’interpretazione di Isabella Ferrari una preziosa e appassionata dimensione di sogno poetico. Ultimo appuntamento prima della ripresa a settembre, un’altra grande prima nazionale. Venerdì 31 luglio Paolo Rossi apre il FESTIVAL SHAKESPEARIANO con Stand up Shakespeare, stravolgendo il genio di Stratford per divertirsi e divertirci con quella vena di lucida follia che rende ogni sua incursione sul palco un autentico happening dagli esiti imprevedibili.

Attesissima prima nazionale, venerdì 11 settembre, per Ugo Pagliai, Paola Gassman e i Babilonia Teatri  che portano in scena un “Romeo e Giulietta” che dal testo shakespeariano distilla i soli dialoghi tra i due innamorati, sovrapponendoli ad una sorta di autobiografia essenziale e quotidiana di due mostri sacri del teatro italiano come Paola Gassman e Ugo Pagliai. Ultimo spettacolo della sezione CLASSICHE PAROLE, sabato 12 settembre, Fuga a tre voci. Marco Tullio Giordana, acclamato regista e scrittore, porta in scena l’appassionante carteggio fra la poetessa Ingeborg Bachmann e il musicista tedesco Hans Werner Henz. A dare corpo e anima ai due artisti ci saranno Alessio Boni e Michela Cescon.  Martedì 15 settembre la scrittrice Melania Mazzucco affida a Vanessa Scalera, la celebre “Imma Tataranni” televisiva, la sua versione della “Storia di re Lear” per rintracciare le radici di quella vicenda fino al momento in cui si incrocia con William Shakespeare. Prima nazionale, mercoledì 16 settembre per Chiara Francini e Andrea Argentieri, premio UBU 2019, diretti da Chiara Lagani in L’amore segreto di Ofelia. Steven Berkoff compone una folgorante versione in forma epistolare del mito di Amleto, 39 lettere d’amore, brevi monologhi che esplorano i meandri della relazione fra Amleto e Ofelia appena suggeriti da Shakespeare. Chiara Lagani, regista della compagnia di ricerca Fanny&Alexander, usa l’innata comicità di Chiara Francini per esaltare prima l’impaccio e poi l’ardire nello scrivere all’amato, lasciando affiorare le diverse temperature emotive di un testo che, dietro l’apparenza aulica, cela trappole di crudo realismo. E’ infine un monologo originale, Macbeth solo, creato da Sergio Rubini a partire dai passi più significativi del celebre dramma quello che sarà in scena martedì 15 settembre. L’autore sceglie di trasformare tutti i personaggi dell’opera in proiezioni del protagonista, sue voci interiori, interpretazioni dei più diversi stati d’animo.

Completano il programma del teatro un fitto calendario realizzato dalle compagnie teatrali veronesi per P.S.V. Professione Spettacolo Verona che inaugura lunedì 20 luglio con La Bancarotta di Goldoni realizzata da Cantieri Invisibili per la regia di Matteo Spiazzi e Love Death Match, il mondo poetico dei sonetti shakespeariani ambientato nel Chiostro di Santa Eufemia dal regista Giorgio Sangati per il Teatro Stabile del Veneto, entrambi in prima nazionale.

La sezione musicale del festival realizzata in collaborazione con IMARTS International Music and Arts definisce un ricco reticolato di suoni e suggestioni. Il cartellone 2020 offre una panoramica di artisti italiani, originali interpreti della scena pop, folk, indie e jazz articolati in 3 rassegne che si alternano e susseguono sul palco del Teatro Romano.

Il programma di RUMORS ILLAZIONI VOCALI, curato da Elisabetta Fadini, porta a Verona i suoni del presente con alcuni dei musicisti più interessanti del panorama musicale da Raphael Gualazzi (venerdì 4 settembre) voce elegante, musicista poliedrico che  sa catturare il pubblico e portarlo nel suo mondo musicale raffinato e pop,  a Vasco Brondi  che, archiviata l’esperienza con “Le luci della centrale elettrica”, prosegue il suo percorso cantautorale che lo ha reso un’autentica star della scena indipendente italiana (sabato 5 settembre), fino a Vinicio Capossela che porta in città, lunedì 7 settembre, “Pandemonium” spettacolo ispirato a“Bestiario D’Amore”, piccola opera composta di 4 brani di ambientazione trobadorica che conclude il viaggio nel medioevo fantastico di “Ballate per uomini e bestie” affrontando l’ultimo e il più grande dei misteri della natura umana: l’amore. VERONA JAZZ, al Teatro Romano, presenta invece tre serate omaggio. Martedì 1 settembre il trombonista Mauro Ottolini, assieme alla cantante Vanessa Tagliabue Yorke, propone un programma dedicato allo swing italiano. Mercoledì 2 settembre Paolo Fresu, il più importante trombettista italiano, omaggia Chet Baker, mentre il pianista Enrico Pieranunzi domenica 6 settembre costruisce una serata in musica per celebrare il genio di Federico Fellini. L’ultima sezione s’intitola VENERAZIONI ed è dedicata invece ai temi del femminile. In programma il raffinato minimalismo di Musica nuda, Il tributo a Mia Martini a 25 anni dalla scomparsa.

La DANZA porta in scena IL CORPO DISTILLATO, magari in dialogo con lo spazio, con la musica, spesso eseguita dal vivo, con i limiti che il distanziamento sociale impone, costringendo il danzatore a condividere con gli spettatori l’esperienza vivificante della solitudine scenica. Un programma di soli che riunisce alcune artiste italiane capaci di raccontarsi sul palco per quello che sono, in una sorta di diario a cuore aperto offerto al pubblico.

Martedì 8 settembre, in prima nazionale, Laura Corradi riflette sulla straordinarietà di questo momento in Andrà tutto bene, nuova produzione di Ersilia Danza creata per il festival. Un progetto coreografico nato durante il lockdown con il quale Laura Corradi evoca l’eccezionalità che siamo stati costretti a vivere. Mercoledì 9 sarà il momento di un focus sul percorso artistico di Camilla Monga e sull’indagine che sta portando avanti rispetto al rapporto tra coreografia e composizioni originali. In questo caso il dialogo è con il produttore, sound designer e videoartista LSKA per il primo lavoro “Dire” e con la musicista e sound designer Federica Furlani per il secondo “Habitus”. Giovedì 10 sarà invece il momento per presentare, in un’unica serata, due lavori che sintetizzano al meglio il percorso dell’Associazione Zebra, struttura orizzontale che riunisce attorno alle coreografe Chiara Frigo e Silvia Gribaudi alcuni artisti della danza contemporanea. Sarà l’occasione per mettere in dialogo “Himalaya Drumming” e “R.osa”, due diverse visioni poetiche che alternano il rigore delle simmetrie coreografiche e la leggerezza di una danza che trova nell’ironia un’insolita profondità. Sabato 19 Cristiana Morganti, con l’accordo e il sostegno della Pina Bausch Foundation Wuppertal, in Moving with Pina, ripercorre la sua straordinaria esperienza a fianco di Pina Bausch a 11 anni dalla scomparsa della coreografa.