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Treviso: in scena Anfitrione di Plauto

Filippo Dini dirige un cast d’eccezione per portare sulla scena una nuova e originale versione della commedia plautina riscritta da Sergio Pierattini.

Sul palco del Teatro Mario Del Monaco di Treviso, dal 13 al 15 dicembre, arriva l' Anfitrione firmato da Filippo Dini, uno dei più acclamati registi teatrali della nuova generazione. A mettere in scena la celebre commedia di Plauto, l’originale riscrittura di Sergio Pierattini e un cast d’eccezione composto da Antonio Catania, Barbora Bobulova, Gigio Alberti, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Valeria Angelozzi.

Nell’adattamento contemporaneo, coprodotto da La Pirandelliana e Fondazione Teatro della Toscana, Anfitrione è un arrembante politico che ha appena sbaragliato gli avversari con un sorprendente e inatteso plebiscito. Sosia, che Plauto volle suo servitore, è il suo autista portaborse e la bella Alcmena, moglie del trionfatore delle elezioni, è un insegnante di scuola media di una piccola città di provincia. Mentre Giove e Mercurio, incuranti dell’incredulità e dello scetticismo che li circonda, oggi come allora, continuano a sconvolgere con il loro intervento umili e potenti e scendono dall’Olimpo per raggirare i protagonisti del mito. Giove, per avere Alcmena, fa vincere le elezioni ad Anfitrione, che quando torna eletto alla carica di Presidente del Consiglio, si trova alle prese con un intrigo che non è in grado di sbrigare.

L’altalenarsi tra verità e inganno, intesi e malintesi, genera situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti che fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende del nostro presente.

Note di regia

La storia di Anfitrione ha appassionato tutte le epoche, e da quel lontano 206 a.C. si sono susseguite decine e decine di riscritture, senza contare le innumerevoli messe in scena, come se ogni epoca, e forse in particolar modo nel secolo scorso, avesse desiderato scrivere una nuova pagina su una vecchia storia, una storia torbida, dove si consuma il più ambiguo e il più perfido dei tradimenti, quello inconsapevole di una moglie, che si concede tra le braccia di una divinità, quanto mai consapevole invece di goderne le grazie e i piaceri.

Il dio è costretto a manifestarsi nelle sembianze del marito, quindi abbassarsi al livello di noi poveri mortali, per provare un godimento umano, che pur essendo umano, risulta essere irresistibile e neppure paragonabile a qualunque altra soddisfazione celeste.

Il tema del doppio, meravigliosamente espresso sotto forma di commedia, quindi inserito all’interno di una situazione estremamente divertente, esplode in questa storia con grande modernità. Il dio, forse interpretabile come una parte profonda e remota di noi stessi, la parte migliore e più nascosta o la parte più oscura e demoniaca, si manifesta per prendersi il tesoro più prezioso che abbiamo, mentre il nostro “io” a noi più “noto” è impegnato a guerreggiare e a farsi bello delle sue vittorie.

Cosa si cela dietro questa follia della mente, dietro questo ribaltamento del tempo e della vita, dietro questo sconvolgimento di passioni e di clessidre? Perché continua a farci divertire così tanto una storia tanto ambigua? E in che misura è ancora in grado di turbarci?

Abbiamo anche noi, come dicevo all’inizio, sentito il desiderio di “riscrivere”, proprio perché abbiamo sentito la necessità di iscrivere questa storia nell’oggi, nel nostro quotidiano, con la speranza che pur mantenendo lo stesso divertimento, la stessa comicità, possa incidere ancora più prepotentemente nella nostra coscienza, nel nostro intimo, facendoci ritrovare forse, un dialogo con il nostro doppio, con quella zona remota e temibile del nostro essere, quel dio appunto, che tutto può, che tutto vede e domina, a nostra insaputa.

Filippo Dini

Teatro Mario Del Monaco | Treviso

Anfitrione

13 Dicembre 2019 20:45 Turno A

14 Dicembre 2019 20:45 Turno B

15 Dicembre 2019 16:00 Turno C

La Pirandelliana co-produzione Fondazione Teatro Della Toscana

 

di: Sergio Pierattini

con: Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Valeria Angelozzi

regia: Filippo Dini

musiche: Arturo Annecchino

scene: Laura Benzi

costumi: Alessandro Lai

luci: Pasquale Mari

 

durata 2h 5’ con intervallo