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Verona: Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini in Dracula

Dopo il successo di Delitto e Castigo i due attori tornano a Verona con un altro grande classico della letteratura. 

Martedì 28 gennaio alle 20.45 al Nuovo, quinto appuntamento con la rassegna IL GRANDE TEATRO organizzata dal Comune di Verona e dal Teatro Stabile di Verona.

In progranna Dracula, spettacolo tratto dal celebre romanzo di Bram Stoker (1847-1912) del 1897 nell’adattamento di Carla Cavalluzzi e di Sergio Rubini che ne cura anche la regia oltre a esserne protagonista insieme a Luigi Lo Cascio. In scena, accanto a loro, Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana e Alice Bertini. Dracula fa parte della terna di spettacoli tratti da opere letterarie in programma quest’anno. Gli altri due sono L’onore perduto di Katharina Blum tratto dal romanzo di Heinrich Böll che ha inaugurato il Grande Teatro 2019-20 e Jezabel ispirato al capolavoro omonimo di Irène Némirovsky in programma dal 18 al 23 febbraio.

Per la pubblicazione del romanzo epistolare Dracula (la prima opera letteraria scritta a macchina), lo scrittore irlandese Bram Stoker condusse dieci anni di ricerche sul vampirismo e sull’ispiratore del nome: Vlad Drakul, principe della Valacchia convertitosi al cattolicesimo, sanguinario condottiero quanto abile politico nel barcamenarsi tra ungheresi e turchi, catturato e decapitato nel 1447 a cinquantasette anni nei pressi di Bucarest. La moda letteraria dei vampiri era comunque esplosa quasi un secolo prima. Tra le opere più apprezzate The Vampyre di John William Polidori del 1819 che ispirò numerosi adattamenti teatrali a Londra e a Parigi a partire del 1820. Nei decenni successivi molti drammaturghi, da Dumas padre a Scribe, presero spunto dal lord Ruthwen di Polidori. Il capolavoro di Stoker fu invece messo per la prima volta in scena nel 1924, a Londra: ambientato interamente in riva al Tamigi, rimase in cartellone per molti anni e contrassegnò Dracula con la tipica cappa di seta nera. Negli Stati Uniti dove il romanzo di Stoker uscì nel 1899, andò in scena per la prima volta nel 1927, a New York: un successone da duecentosessantuno repliche. Il primo Dracula dello schermo fu però di matrice tedesca: Nosferatu (1922) di Fredrick W. Murnau, capolavoro dell’espressionismo che non palesava l’origine letteraria da Stoker e che per questo ebbe problemi legali. Nell’arco di un secolo – ricorda il Morandini – sono stati girati un migliaio di film sui vampiri, di questi almeno sessanta su Dracula.

Sceneggiatrice di successo (tra i film da lei firmati insieme a Sergio Rubini La terra del 2006, Dobbiamo parlare del 2015 e Il grande spirito del 2019), Carla Cavalluzzi si cimenta – sempre insieme a Rubini – col capolavoro di Stoker facendo di Dracula “il mostro che si annida dentro tutti noi”. «Rubini – ha scritto il quotidiano il Manifesto – fa di questo spettacolo una spasmodica avventura sensoriale. Opta per uno sturm und drang virato da “sussurri e grida” ed esalta, sostenuto da una scenografia mutante, l’affannoso rincorrersi degli elementi».

Lo spettacolo è prima di tutto un viaggio notturno verso l’ignoto. Un viaggio tra lupi che ululano, banchi di nebbia e croci ai bordi delle strade ma anche un viaggio interiore. A intraprenderlo è il giovane procuratore inglese Jonathan Harker che si reca in Transilvania da un nobile intenzionato ad acquistare un appartamento a Londra. Il giovane avvocato non immagina la sciagura che lo attende. Prima ancora di conoscere il conte, sprofonderà in un clima di mistero, di oscurità e di paura. Quando poi il giovane Harker entrerà nel castello dove vive il conte, comprenderà, come fosse sopraggiunto nell’Ade, di essere finito in una tomba. Gli orrori del castello diventeranno un’ossessione che contaminerà tutte le cose a lui più care, in primo luogo gli affetti. La prima a farne le spese sarà sua moglie Mina che dalla lettura del diario redatto durante il soggiorno al castello verrà a conoscere l’origine di quel malessere. Un malessere che, come una malattia incurabile, finirà per consumare anche lei.

Lo spettacolo, prodotto da Nuovo Teatro, si avvale delle scene di Gregorio Botta, dei costumi di Chiara Aversano, delle musiche di Giuseppe Vadalà e delle luci di Tommaso Toscano.

Dopo la “prima” di martedì lo spettacolo replica tutte le sere alle 20.45 fino a sabato 1 febbraio. L’ultima rappresentazione, quella di domenica 2 febbraio, è invece alle 16.00.

Biglietti in vendita al Teatro Nuovo, Box Office, circuito Geticket, sportelli Unicredit e on line su www.geticket.it. Giovedì 30 gennaio alle 18.00 gli attori incontrano il pubblico nel foyer del Teatro Nuovo. Conduce l’incontro la giornalista Alessandra Galetto. L’ingresso è libero.