Recensioni - Opera

“Bolle è La Danza”

Romeo e Giulietta presentato al teatro filarmonico di Verona venerdì 27 aprile è stato davvero uno spettacolo di qualità. La cor...

Romeo e Giulietta presentato al teatro filarmonico di Verona venerdì 27 aprile è stato davvero uno spettacolo di qualità.
La coreografia di Amedeo Amodio, creata per l’Aterballetto alla fine degli anno ’80 su musica di Berlioz, è ancora molto funzionale, anche se lo stile personalissimo del coreografo si è evoluto a tal punto da far apparire oggi questo balletto solo come un accenno di modernità nel panorama classico.
Roberto Bolle ha assimilato alla perfezione la lezione del maestro. Il suo Romeo è stato davvero eccelso: arabesque squadratissimi, gambe alte, giri con asse a piombo, tecnica pulita e decisa, fanno di lui l’incarnazione della Danza. Nessun coreografo potrebbe desiderare di meglio.
Letizia Giuliani, nel ruolo di Giulietta, non è stata da meno, anche se la sua interpretazione è stata inizialmente un po’ fredda. Diplomatasi nel 1998 alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, questa giovane ballerina ha saputo dare al personaggio tutta la freschezza di cui necessitava senza alcuna esitazione tecnica.
La scena d’amore del secondo atto avrebbe potuto essere ripetuta per l’intera durata dello spettacolo: il pubblico ha trattenuto il fiato dall’inizio alla fine del passo a due e le figure dei due ballerini sembravano formare un tutt’uno, quasi vivessero in simbiosi.
Una sorpresa graditissima la presenza di Breno Bittencourt nel ruolo di Mercurzio: di origine brasiliana, attualmente primo ballerino del Ballet du Capitole di Tolosa, Breno Bittencourt ha saputo catturare l’anima del giovane “ometto simpatico, amato da tutti per la sua gentilezza e con le mani sempre fredde”. Splendidi i suoi tour alla seconda.
Alessandro Riga, nel ruolo di Benvolio, è apparso talvolta poco convincente, quasi timoroso, se paragonato alla forte presenza scenica di Bittencourt.
Anche il Corpo di Ballo veronese ha saputo essere all’altezza dell’impegno richiesto e, in generale, gli uomini in genere hanno reso di più delle donne. Buona l’interpretazione di Alessia Gelmetti nel ruolo della fata Mab.
Belle le scene in pino chiaro di Russia di Mario Ceroli ed i costumi di Luisa Spinatelli. L’unica nota stonata è stata la voce fuori campo che qualche volta distraeva e infastidiva lo svolgersi della vicenda.

Sonia Baccinelli 27 aprile 2007