Recensioni - Opera

150 anni di Tango

Il Ballet Argentino trionfa al Teatro Romano con il suo ultimo spettacolo che racconta la storia del tango dalle origini ad oggi.

L’Estate Teatrale Veronese si conferma palcoscenico d’eccellenza per quanto riguarda la stagione di danza. Gli spettacoli ospitati al Teatro Romano, spesso in prima nazionale, costituiscono infatti il meglio di quanto è disponibile nei circuiti a livello internazionale.
Dopo il trionfo annunciato dei Momix la stagione 2009 ha proseguito con Tango de burdel, salón y calle,  l’ultima produzione del Ballet Argentino, guidato da Julio Bocca, che racconta la storia del tango dalla sua nascita, avvenuta intorno al 1860, ai giorni nostri.
 

Il progetto, su coreografia di Ana María Stekelman,  nato da un’intrigante commistione tra balletto classico e tango, si snoda su 5 punti che costituiscono altrettanti momenti chiave da ricercare nei circa 150 di vita di questa danza. Alla nascita vera e propria del tango fa seguito un periodo, iscrivibile grossomodo agli inizi del secolo scorso, in cui questo ballo, a causa della sua eccessiva sensualità, era relegato nei bordelli; luoghi da cui si sarebbe affrancato negli anni ’20 per entrare legittimamente nelle sale da ballo. A questa terza fase segue un periodo di declino, dagli anni ’40 agli anni ’70, in cui i nuovi ritmi (twist, pop e rock) prendono il sopravvento, sino a quando negli anni ’80, soprattutto grazie alla musica di Astor Piazzolla, il tango torna popolare, sia nelle classi medio-alte  che a livello popolare.
Lo spettacolo, ottimamente costruito, si avvale, oltre che dell’impeccabile ensemble del Ballet Argentino, dell’eccellente apporto musicale dell’Orquesta China Cruel, che oltre ad un affiatato gruppo di musicisti può contare sulla voce calda ed espressiva di Karina Levine.
Di grande efficacia le singole sequenze che, con l’apporto di pochi elementi scenici e grazie ad un sapiente uso delle luci, sono riuscite a ricreare in modo suggestivo le atmosfere dei vari periodi storici cui si riferiscono.
Al termine dello spettacolo applausi calorosi per tutti ed in particolare per le due protagoniste: Eleonora Cassano e Cecilia Figaredo.

Davide Cornacchione  19 agosto 2009