
L’eccellenza italiana ha brillato.
Madama Butterfly ha rappresentato una serata importante per Lubiana e Venezia.
Una farfalla che ha preso il volo sotto pioggia battente e grandine che però ha sfidato e vinto. La classe italiana in vetrina al 71esimo festival: infatti il teatro de La Fenice di Venezia ha portato in tournee questa opera di Puccini, trionfando!
La regia di Alex Rigola è delicata ed evidenzia i sentimenti dei protagonisti. La produzione l'avevo già vista alla Fenice ma è sempre piacevole da ritrovare. Domina il bianco: solo Madama Butterfly all'inizio e nel finale ha un costume colorato. Anche il coro ha tenui abiti colorati mentre spicca la terza incomodo, la moglie americana di Pinkerton in abito azzurro intenso. D'effetto la seconda parte con la casa rappresentata da un segno d’ infinito stilizzato che all' inizio è azzurro come il cielo e che alla notizia che Pinkerton non tornerà diventa grigio come tutta la scena.
Nel finale rimane illuminata lei, sullo sfondo, il bambino davanti che gioca inconsapevole del dramma e tra i due, Pinkerton che entra in scena correndo dopo lo straziante grido “Buttetfly" e si pone tra lei e il fanciullo a significare che ha dato la vita ma che l’ha anche tolta.
Il direttore d'orchestra era il maestro Daniele Callegari che ha dato prova di grande direzione e sicurezza nel gesto, riuscendo ad accompagnare benissimo i cantanti. Brava l'orchestra della Fenice e il coro ben diretto da Alfonso Caiani.
Vincenzo Costanzo era Pinkerton l’americano insensibile. Questo tenore lo avevo visto debuttare circa 10 anni fa insieme a Cristian Saitta ed entrambi avevano appena smesso i calzoncini corti. Aveva bella voce allora e l'ha maturata in questi anni. Voce italiana e piena, sicura nel fraseggio e negli acuti con tessitura tecnica consolidata. Dall’esordio si è raffinato e ha studiato, migliorando ancora. Era già bravo da giovanissimo, lo è ancor più ora. Accorato il suo grido finale, pieno d'amore nel primo atto, malinconico nell’ aria "Addio fiorito asil". Grande successo e calorosi applausi.
Monica Zanettin interpretava Madama Butterfly. Questo soprano era perfettamente nella parte di giovane innamorata e successivamente di madre e donna disperata. Coinvolgente in tutte le sue apparizioni e sicura nel canto e nel fraseggio. Grandi applausi per l 'aria "Un bel di vedremo" ed ovazioni nel finale quando da sola rimane a salutare il pubblico. La sua interpretazione è stata di notevole spessore ed il pubblico l’ha apprezzata con lunghi applausi.
Nella seconda recita è stata sostituita dal soprano sloveno Rebeka Lokar che aveva interpretato questo ruolo negli scorsi anni, sempre al festival. Gettata all’ultimo sul palco per l’improvvisa indisposizione della sua collega, ha saputo entusiasmare ed emozionare ed è stata bravissima: la sua Butterfly, più intimistica e dolce, ha commosso ed anche per lei, sia dopo l’aria e all’uscita solitaria sul palcoscenico, gli applausi sono stati lunghi ed intensi.
Il Console americano era interpretato da Vladimir Stoyanov che da veterano ha preso per mano i giovani del cast e li ha guidati al successo. Un Console umanissimo nei suoi interventi che mette in guardia Pinkerton che non è un gioco ciò che sta per fare e che la ragazza ci crede veramente. Sicuro in tutti i suoi interventi che danno slancio all' azione. Disperato e commosso nel finale quando capisce purtroppo di aver avuto ragione e si commuove al dolore di una donna che sta perdendo l’amore in cui ha creduto e per cui ha abbandonato tutto e di una madre che sta per vedersi strappato il figlio, sua ragione di vita. E la sua commozione è arrivata al pubblico che lo ha ricompensato con entusiastici applausi.
Cristian Saitta ci ha donato uno Zio Bonzo che più arrabbiato di così non si può. Una stilettata il suo chiamare la nipote da fuori scena e il riservare a Butterfly e a Pinkerton delle occhiate da raggelare il sangue. Suzuki era Manuela Custer, anche lei molto sicura scenicamente e ottima vocalmente, una Suzuki intensa e credibile. Bravi i comprimari: Julie Mellor come Kate Pinkerton, Cristiano Olivieri come Goro, e William Corro' come Yamadori.
Bravissime anche le tre ballerine che hanno arricchito la scena ed interpretato i servitori.
Successo vivissimo per tutti e grandi applausi per ogni singolo cantante, per il direttore, per il coro e per tutta la compagnia, con il pubblico di platea in piedi per i lunghissimi applausi e chiamate alla ribalta per tutti.
Vogliatemi bene, dice Butterfly a Pinkerton e sicuramente il pubblico ha amato questa produzione. L'arte italiana, e la musica lirica ne è una delle eccellenze, è molto più apprezzata all'estero che in patria.
E questo è veramente un peccato mortale per la cultura e la storia del nostro popolo e dei giovani che non essendo educati all’ ascolto della musica lirica e classica perdono una parte della bellezza della vita.