Recensioni - Opera

A Bari Il Corsaro di Verdi

Si ripropone lo storico allestimento di Lamberto Puggelli

Il 17 gennaio è stata inaugurata la stagione del teatro Petruzzelli di Bari con un’opera giovanile di Verdi poco rappresentata, Il Corsaro nella storica produzione di Lamberto Puggelli, ripresa dalla vedova Grazia Pulvirenti.

È una produzione molto bella, a parte troppo rumore in scena durante la musica: ad un certo momento nel primo atto si apre una botola per gettare i prigionieri con un fracasso infernale, cosa che copre orchestra e cantanti, mentre nel terzo viene ripetuta la stessa scena prima dell'attacco orchestrale. Altro momento di "molto rumore per nulla" è la scena in cui corsari e musulmani si combattono ad armi bianche: c’è già il rumore delle spade, degli stivali sul legno, perché, mi chiedo, far anche urlare le comparse mentre l'orchestra suona?

A parte queste mie "disquisizioni" più o meno condivise, la regia è sicuramente congruente con la storia, e di questi tempi di varie assurdità, è sicuramente un vanto. Molto belle le scene di Marco Capuana: il ponte della nave corsara si trasforma, attraverso vele spiegate o raccolte, di volta in volta nell' Harem, nel palazzo di Seid, nella prigione e nel rifugio dei corsari al ritorno di Corrado liberato. Di gran pregio e curatissimi i costumi di Vera Marzot, soprattutto quelli delle schiave dell'Harem, di Seid e di Gulnara. Ben distribuite le luci di Andrea Borelli che hanno perfettamente ricreato i passaggi dalla notte al giorno, il fuoco delle navi musulmane e la penombra della prigione. Un gran lavoro ha fatto il Maestro d' Armi Renzo Musumeci Greco.

Bravissimo come sempre, il Coro del Teatro Petruzzelli, preparato dal Maestro Marco Medved, preciso e compatto sia nella parte scenica che nel canto.

Il direttore Stefano Montanari, da poco designato Direttore Stabile dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli, ha diretto l'orchestra con professionalità, stabilendo una buona sinergia con il palco, anche se a volte il suono ha coperto qualche voce...ma non è stato un gran danno! Di pregio il suono dei professori d'orchestra e degli assoli.

Per quanto riguarda la compagnia di canto, non posso esimermi da qualche perplessità ma ora come ora, trovare cantanti giovani con linee di canto egregie non è facile. Il tenore Rame Lahaj è stato un Corrado senza infamia e senza lode, con un suono ben emesso nel registro centrale e grave, ma con acuti ingolati e non in maschera. Alla fine qualche isolato dissenso per lui. Tra l'altro, alla prima, ha rovinato la scena con Seid perché si è presentato al suo cospetto in ritardo e senza il mantello da derviscio ma con il costume da Corsaro. Per cui il baritono ha dovuto aspettare ad attaccare la frase musicale e cantare di spalle per far finta di non riconoscerlo. Per fortuna il baritono è artista d'esperienza.

Medora era interpretata dal soprano Guanqun Yu, cantante che si esibisce nei maggiori teatri del mondo. Convincente nell'aria iniziale e nella scena finale. Seid era interpretato dal baritono Vladimir Stoyanov, il vero mattatore della serata. Con la sua classe, linea di canto ed esperienza ha trasmesso grandi emozioni nelle frasi musicali. Di notevole spessore il recitativo, aria e cabaletta dell’atto terzo, che hanno svegliato il pubblico, fino a quel momento un po’ distratto. Grandi applausi per lui nel terzo atto e nel finale.

Gulnara era interpretata da Salome Jicia, che ha dimostrato di avere personalità, pur accentuando troppo gli acuti e non trasmettendo l’emozione provata dal suo personaggio.

Corretti Maurio Secci come Selimo, Emanuele Cordaro come Giovanni e Tommaso Nicolosi nel doppio ruolo di eunuco e di schiavo.

Una buona inaugurazione di stagione, che spero prosegua con il vento in poppa anche nelle successive recite.