Recensioni - Opera

A Brescia Serata Sacra con MaggioDanza

Un michelangiolesco Alessandro Riga nel panni di Cristo

L’idea di far dialogare pittura, danza e musica non è nuova, dato che rinasce con Diaghilev, ma nuovo è senz’altro il tema, che è stato anche molto impegnativo dal punto di vista musicale. Il rimando alla grande arte religiosa italiana è stato per lo più evidente per i primi due brani, mentre per il terzo, più animato e meno intimista, è stato più difficile da cogliere.

La coreografia di Ventriglia è stata ideata sulla musica  dello Stabat Mater di Pergolesi, che dà anche il titolo alla coreografia. La drammaticità della passione e crocefissione del Cristo è stata colta dallo spettatore con un crescendo d’angoscia. Alessandro Riga, più simile ad un muscoloso fisico michelangiolesco che ad un’esile ed allungata figura medievale, è stato davvero magnifico: gesti ampi e sicuri, tendini e muscoli che animano una carne umana e divina al tempo stesso, come è la natura del ballerino che fa rivivere ogni volta sensazioni sopite. Il suo salire e scendere dalla croce luminosa, che ha fatto da fondale, è un interrogarsi sulle difficoltà e le prove quotidiane: le scelte, i dubbi e le sofferenze che ciascuno di noi si trova ad affrontare in alcuni momenti della vita che non sembrano avere alcuna via d’uscita terrena.
Il senso grigio di pietas che avvolge l’intero pezzo coreografico ha avuto solo una nota di colore: il rosso degli inginocchiatoi usati per l’ultima cena con gli apostoli e l’immaginaria salita al calvario.

L’Annunciazione del coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj è un raro esempio di passo a due femminile. Il pezzo creato nel 1995 è ancora attualissimo: la Vergine è sola e viene visitata dall’Angelo che le porta la notizia che diventerà la madre del Salvatore. I timori e i dubbi della giovane donna su come questo possa accadere e la preoccupazione per come comunicarlo allo sposo la sconvolgono. L’alito vitale dell’angelo, danzato da Elena Barsotti,  ha tranquillizzato Maria e fatto sì che dal ventre della Vergine potesse compiersi il miracolo tanto atteso dal mondo. I gesti sono stati amplificati dalle lunghe braccia e gambe della giovane danzatrice.
La scena composta solo di una semplice e grande panca ad L occupava il fondo e il lato a destra dello spettatore come per lo più appare nelle rappresentazioni pittoriche classiche. Comprensibilmente invertiti invece i colori dell’angelo e di Maria: il costosissimo manto in lapislazzuli della madre del Salvatore viene attribuito all’angelo celeste, mentre il candore della creatura ultraterrena viene assegnato dal coreografo alla purezza della giovane madre.
Le note del Magnificat di Vivaldi sono state mescolate ad una partitura elettronica fatta di fruscii, e graffi che di volta in volta descrivono i vari stati emotivi.

L’ultimo brano presentato portava la firma del greco Foniadakis che ha presentato una visione meno intimista dell’aspetto religioso, forse anche in virtù del fatto che la tradizione ortodossa offre al credente una diversa prospettiva del credo. Una serie di casse di amplificatori stanno sospese sopra i ballerini vestiti tutti con la gonna al ginocchio: una sorta di mini-tonaca di variopinti colori?
La coreografia proposta dal giovane danzatore di formazione béjartiana trasforma le note dei Corali di Bach in un fluire continuo di passi, pur nel ripetersi talvolta del disegno coreografico. Dei tre brani presentati questo è stato senz’altro il più scorrevole, sia per la quantità di ballerini presenti sulla scena, sia per i colori degli abiti, sia per l’armoniosità globale anche della gestualità più semplice.


Sonia Baccinelli 14 gennaio 2012


In chiusura della stagione lirica, venerdì 13 e sabato 14 gennaio 2012 il balletto Serata Sacra ha calcato il palcoscenico del Teatro Grande di Brescia con la Compagnia di Ballo del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Il direttore artistico, Francesco Ventriglia, ha proposto tre pezzi molto variegati, dato che attingono a diversi vocabolari del lessico contemporaneo.
L’immagine di fondo rimanda la mente a tre quadri della Galleria degli Uffizi di Firenze: La Pietà del Giottino per Ventriglia, la celeberrima Annunciazione di Leonardo da Vinci per Preljocaj e la semisconosciuta Caduta degli angeli ribelli di Andrea Commodi per Foniadakis.