Recensioni - Opera

A Como Luisa Miller

Una produzione al risparmio nonostante la partecipazione di quattro teatri 

Per il progetto AsLiCo è andata in scena una nuova produzione di Luisa Miller, opera del primo Verdi ma già dalla musica pregna della maestria del maestro bussetano.

Anche se è stata interessante, sicuramente la messa in scena è stata al di sotto delle aspettative. Il risparmio assoluto è stato evidente da subito. Peccato, essendo una coproduzione di ben quattro teatri, Teatri di OperaLombardia, Opèra Grand Avignon, Opèra de Tours, e Opera Slaska Bytom.

Va bene che si deve porre una attenzione sempre maggiore ai costi, però, per esempio, la ciotola dove versare il veleno la potevano mettere in casa di Luisa e non farla portare da un suo servitore a Rodolfo il quale, dal suo canto, ha avuto solo un costume da contadino anche per sposarsi. Un abitino meno contadinesco per il figlio del Conte di Walter potevano prepararlo….

Cominciamo a parlare delle scene e dei costumi di Lionel Lesire. I costumi dei popolani, di Luisa, Miller, Laura erano di buona fattura; Wurm era vestito di rosso con tuba e parrucca rossa, sembrava il cappellaio matto; il Conte di Walter, come si suole fare troppo spesso in questi tempi, aveva i capelli dorati e un completo color oro con cravatta rossa e, in alcune scene, un soprabito sempre color oro, che avrebbe potuto almeno prestare al figlio in procinto di sposarsi….

Le scene erano molto scarne ma efficaci, con pochissimi oggetti, un grande orologio con qualche ora mancante che indicava il tempo di Walter, cioè il potere che detta i tempi del popolo. Belle ed interessanti le pareti che si muovevano creando oppressione mentre rappresentavano il palazzo di Walter, per poi aprirsi con un caminetto in mezzo nella casa di Miller, più luminosa. Poi solita solfa: uno sgabello che non è sempre in scena, un tavolino e penna con inchiostro per scrivere il biglietto, una bambola che Miller culla ad inizio opera ad indicare la nascita di Luisa, che in realtà dovrebbe avere già 15 o 16 anni.

Le lancette dell’orologio diventano la spada impugnata, a seconda della scena, sia da Miller che da Rodolfo. Insomma una regia minimale, tranquilla, con qualche grossolano errore e qualcosa di interessante.

Errore far firmare subito il foglio da Luisa, bisognava almeno aspettare che lei dica di averlo firmato per farlo prendere da Wurm, e non far arrestare Miller in casa, altrimenti non ha senso il coro delle amiche che a inizio secondo atto comunicano a Luisa che il padre è stato portato via dagli sgherri del Conte mentre rincasava.

Interessante che la lancetta dell’orologio, diventata spada precedentemente, cada conficcandosi nel palco mentre bevono il veleno, simbolo della incipiente morte.

Ho assistito ad entrambe le recite, la seconda, forse perché oramai il ghiaccio era rotto, è stata migliore della prima. Parliamo ora della cosa principale, la musica e il canto.

Bravo il direttore, il Maestro Carlo Goldstein che ha saputo dar coloritura alla musica ed accompagnare benissimo i cantanti sul palco. Molto bravi i musicisti dell’Orchestra I pomeriggi Musicali. Tranne qualche iniziale incertezza, nel primo attacco, bravo e possente il Coro OperaLombardia diretto dal maestro Diego Maccagnola.

Veniamo ai protagonisti iniziando dal primo nome che compare in locandina, il basso Cristian Saitta che interpretava il Conte di Walter. Questo giovane cantante, anche se è già da parecchi anni in carriera, aveva debuttato il ruolo in Francia ma in Italia era la sua prima interpretazione. Devo dire che alla prima recita l’emozione ed il fatto che fosse leggermente costipato ha contribuito a farlo faticare nell’aria, mentre successivamente ha cantato tutto sul fiato e benissimo. Nella seconda recita ha subito dimostrato la sua bravura cantando in maniera perfetta tutta l’opera. In entrambe le recite ha saputo caratterizzare benissimo il personaggio con gli accenti giusti e gli sguardi, e che sguardi!

Una piacevolissima sorpresa è risultato essere il tenore Kazuki Yoshida che ha interpretato Rodolfo. Pur essendo di origine asiatica, ha un fraseggio da far invidiare qualunque tenore, anche di madre lingua italiana. Ha una dizione perfetta, voce molto equilibrata e di bellissimo timbro: ha cantato benissimo in entrambe le recite, con un po’ di fiato corto nel finale della prima. Nella seconda, forse è riuscito a cantare più tranquillo e ha fatto ancora meglio anche il finale.

Nella parte di Luisa e di Laura si sono alternate due soprano Alessia Panza e Caterina Meldolesi. Di loro posso solo dire che sono due giovani da seguire: hanno presenza scenica, anche se il fisico non le aiuta, e voci imponenti, soprattutto Caterina Meldolesi, forse troppo possente per il ruolo. Con la loro voce hanno coperto spesso anche il coro: veramente due signore interessanti da seguire, entrambe dotate di fraseggio, dizione perfetta e capacità di calibrare il suono a seconda della frase cantata.

Al di sotto delle aspettative il baritono Gangsoon Kim, che si è rivelato un Miller debole soprattutto nella prima recita, con un notevole miglioramento nella seconda.

Voce quasi da basso-baritono quella di Alberto Comes come Wurm: sa cantare, ha buona presenza scenica ma forse il ruolo non è adatto alla sua voce. Meglio soprassedere sull’interprete di Federica.

Nel complesso due recite interessanti, dove soprattutto nella seconda i cantanti hanno dimostrato di essere in continua crescita: ciò fa ben sperare per le prossime recite del circuito che avverranno a Brescia, Cremona e Pavia.