Recensioni - Opera

A Cremona il settecento stilizzato di Così Fan Tutte

Buon successo per l’opera di Mozart nella messa in scena di Mario Martone proveniente dal Teatro San Carlo di Napoli

Risale niente meno che alla stagione 1999/2000 la messa in scena di Così Fan Tutte, curata da Mario Martone per il Teatro San Carlo di Napoli, con le scene di Sergio Tramonti e i costumi di Vera Marzot. Dopo venticinque anni e svariate riprese in giro per l’Italia, lo spettacolo giunge anche a Cremona nell’ambito di Operalombardia, la ripresa è curata da Raffaele di Florio, con la direzione di Federico Maria Sardelli e un cast di giovani cantanti.

Un settecento stilizzato quello di Martone, che coinvolge la sala e il pubblico nel gioco scenico. Una piattaforma in legno incombe sulla buca d’orchestra, due passerelle arrivano in platea, viene fatto ampio utilizzo dei palchi di proscenio. Pochi mobili di scena, qualche lampadario, un fondale nero su cui si apre una veduta marina, teli dipinti che scorrono come tendaggi, un’altalena che cala dall’alto. Molto belli e accurati i costumi di Vera Marzot.

Sicuramente una messa in scena minimale, che lavora per accenni, rimandi. Un lavoro che si affida agli interpreti, alla loro verve, all’interpretazione scenica. Ma lo spettacolo di Martone è, ahimè, più che maggiorenne e questa cosa si nota. Qui si nasconde il diavolo delle riprese, a cui viene concesso ancor meno tempo di prova delle nuove produzioni. L’allestimento appare tutto sommato ancora moderno e attuale, in realtà gioca con il teatro del settecento, quello di Goldoni e Beaumarchais, con la commedia dell’arte, con il dialogo diretto con il pubblico. Molto teatro dunque e qui la recitazione degli interpreti mostra purtroppo le corde, l’inesperienza, la fretta. L’impegno dei giovani cantanti c’è tutto, ma il vero risultato resta nelle intenzioni. Peccato.

Federico Maria Sardelli è uno specialista del barocco, dirige molto bene l’orchestra dei Pomeriggio Musicali, anche se una maggiore attenzione alla teatralità e alla scena avrebbe giovato.

Gli interpreti si impegnano, sono giovani e alla fine portano a casa un buon successo. Così Fan Tutte è però uno spartito di raffinata parola cantata, sembra facile ma non lo è affatto. La gioventù assolve ma non basta, l’accento generico è deleterio; il saper tenere un personaggio è altrettanto importante quanto il cantare sulla parola.

Il Guglielmo di Davide Peroni spicca nel gruppo sia scenicamente, che vocalmente. È a suo agio nella vocalità mozartiana ed è convincente nella recitazione. Insomma ha il talento dell’interprete anche in una messa in scena frettolosa. Convince anche la Dorabella di Mara Gaudenzi, il mezzosoprano ha bella verve e voce sicura, azzeccando bene l’indole disinibita del personaggio. Simpatica anche se non sempre immacolata vocalmente la Despina di Cristin Arsenova.

Katarina Radovanovic (Fiordiligi) non spicca per accuratezza di fraseggio ed emissione. Stesso dicasi per il Ferrando di Pietro Adaini, che non riesce ad essere aderente ad un personaggio scenicamente tutt’altro che semplice. Matteo Torcaso ha voce impostata e corretta, manca però totalmente la verve del basso buffo.

Teatro pieno e buon successo per tutti.

Raffaello Malesci (Domenica 3 Novembre 2024)