Recensioni - Opera

A Fidenza nabucco in forma di concerto

Un portagioie pieno di gioielli

Andare a Parma per il Festival Verdi è sempre emozionante, molto spesso piacevolmente. Anche quest’anno l’attesa è stata premiata: molto interessanti I Lombardi alla Prima Crociata e il Trovatore, ma il fiore all’occhiello è il Nabucco andato in scena al Teatro Magnani di Fidenza in forma concertante.

Il Teatro Magnani è un piccolo teatro, molto bello da vedere con una deliziosa camera acustica. Come ho scritto nel titolo è come un prezioso portagioie pieno di gioielli: la gioia è data dall’ascolto di una produzione musicale di altissimo livello in un teatro molto generoso con l’acustica, perfetta tanto che sembrava che i cantanti fossero microfonati.

I gioielli sono i cantanti protagonisti, il Coro del Teatro Regio di Parma, l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscani ed ultimo, ma non ultimo, il direttore d’orchestra il Maestro Giampaolo Bisanti.

Il Nabucco dato in forma concertante è stato un gioiello tra i gioielli: una esecuzione da pelle d’oca! Sarà che a me piace molto questa forma di rappresentazione in quanto ritengo che l’ascolto e la bellezza della musica e del canto siano valorizzate, anche se so che i cantanti preferiscono muoversi in scena in quanto col movimento scaricano la tensione.

È stata eseguita l’edizione critica a cura di Roger Parker, in cui qualche cadenza era modificata rispetto a quanto ascoltato solitamente. Nabucco è l’opera che ha fatto conoscere al mondo il genio del Maestro Verdi, che grande era e grande rimane!

Ogni nota ha un significato e sta ai cantanti sottolinearlo con il tono, il modo di porgere la nota. Che ogni nota scritta aveva un significato ben preciso lo diceva anche il Maestro: “Ogni nota che scrivo, bella o brutta, ha un significato e va cantata come è scritta”.

Qualche interprete se “l’aggiusta”, ma il protagonista principale di questa edizione, il baritono Vladimir Stoyanov le canta tutte come il Maestro le ha pensate. Inizio con lui a parlare dei gioielli della serata, i cantanti: Vladimir Stoyanov non aveva mai cantato Nabucco in terra parmigiana e direi che, sia alla generale che alla prima, il debutto è stato da incorniciare. La sua esecuzione mi ha ricordato un grande del passato, Piero Cappuccilli per la dizione perfetta, il modo di porgere la nota, i recitativi, il canto regale, elegante, grezzo e furente ove serviva, la coloritura, i fiati, l’emissione perfetta.

L’aria “Dio di Giuda” e il precedente recitativo hanno scatenato un tifo da stadio nel teatro, per non dimenticare il “Deh Perdona”, la pagina che mi emoziona maggiormente di tutta l’opera, sono stati i momenti apicali della recita in cui è stato veramente magnifico. Grande e meritato successo il suo, conoscendo la sua dedizione allo studio e passione per ciò che fa. Il momento più emozionante è stato quando, a seguito dell’interminabile applauso dopo “Dio di Giuda”, si è commosso e non sapeva più come ringraziare.

Bravissima il soprano Marta Torbidoni, che ha interpretato Abigaille in maniera sicuramente da ricordare: molto incisiva nel canto, sicura nei recitativi e nelle sue arie e stupenda nei duetti con Nabucco. Precisa e commovente nell’aria che chiude l’opera, ultimo suggello dei tanti momenti con cui ha conquistato il pubblico. È stata grande protagonista e ha meritatamente ricevuto unanimi consensi.

Il tenore Marco Ciaponi, interprete di Ismaele si è riconfermato artista di spessore: la sua parte non è lunga ma sicuramente importante e va cantata con tutto il patos che esige. E Marco Ciaponi l’ha fatto: è uno dei giovani tenori in continua crescita, molto bravo!

Il basso Marko Mimica interpretava Zaccaria: questo personaggio ha una tessitura molto alta e questo artista ha dovuto spingere a volte per emettere le note. Molto commovente e coinvolgente nella preghiera, che il direttore d’ orchestra, il Maestro Giampaolo Bisanti ha dovuto riscrivere. Infatti la partitura prevedeva 6 violoncelli, ma in orchestra ce ne erano solo 2: il maestro l’ha riscritta per 2 violoncelli e 3 viole ed il risultato è stato eccezionale. Tornando a Marko Mimica, una interpretazione convincente anche la sua.

Veramente una voce interessantissima quella di Fenena, il mezzo soprano Caterina Piva, una vera sorpresa e una delizia per le orecchie. Voce calda e ben modulata, perfettamente nella parte, eccezionale in ogni suo intervento e nell’ interpretazione dell’aria “Oh! Dischiuso è il firmamento”.

Da sottolineare l’eccellente prova di Lorenzo Mazzucchelli come Gran sacerdote di Belo, di Marco Miglietta come il fido Abdallo e di Lei Wu come Anna.

Insomma, una compagnia di canto molto equilibrata e decisamente interessante, un piacere ascoltare le loro voci.

Il maestro Giampaolo Bisanti ha saputo gestire al meglio i pochi elementi dell’orchestra dimostrando tutta la sua competenza musicale, valorizzando il suono ed amalgamandolo benissimo col canto. Col suo gesto, preciso ed elegante, nessun attacco è avvenuto in ritardo, e questo ha contribuito al successo di questa magnifica serata.

Di grande spessore l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini che, se pur a ranghi ridotti, ha seguito le indicazioni del direttore regalandoci una esecuzione memorabile della partitura verdiana.

Ho lasciato per ultimo il Coro del Teatro Regio di Parma, semplicemente per finire in bellezza! Bravissimo il Maestro Martino Faggiani nella preparazione dei coristi, ridotti anche loro in numero. Sempre preciso e puntuale il coro nei suoi interventi, culminati con una esecuzione dolcissima ed intensamente emozionante di “Va pensiero”: da sottolineare che i soprani non hanno sopravanzato i tenori della strofa “Arpa d'ôr dei fatidici vati perché muta dal salice pendi?” come spesso accade in molte esecuzioni.

Di più non so dire, se non che non mi perderò la seconda recita che avverrà il 6 ottobre!