Recensioni - Opera

A Pesaro ritorna Il Viaggio a Reims

Concerto vetrina del belcanto Rossiniano

Si è conclusa con il Viaggio a Reims la 45^ edizione del Rossini Opera Festival. L’opera, di fatto una cantata scenica, è stata rappresentata in forma di concerto presso l’Auditorium Scavolini e video proiettata in diretta, con soddisfacente effetto acustico, in Piazza del Popolo a Pesaro con l’intento di rendere omaggio alla prima rappresentazione in edizione critica andata in scena nel 1984 con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Luca Ronconi. La partitura fu allora recuperata nella sua originale concezione grazie a un minuzioso lavoro di ricerca curato da Janet Johnson per la Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi. Per l’occasione, il ROF si avvalse di un cast d’eccezione, ricalcando le orme della première del 1825, anno in cui la cantata, composta da Rossini a Parigi per celebrare l’incoronazione di Carlo X, fu eseguita per la prima volta al Théâtre Italien ricorrendo ai maggiori cantanti di allora in auge. Per l’edizione 2024, il cast non è stato da meno apparendo come una summa belcantistica sfoggiata in “vetrina” dalle migliori voci impegnate nelle quattro opere in programma: Bianca e Falliero, Ermione, L’’Equivoco stravagante, Il Barbiere di Siviglia. Di fatto, i cantanti selezionati da Juan Diego Florez, direttore artistico del ROF, hanno messo in mostra doti vocali e interpretative di qualità vestendo i ruoli prescritti dal libretto di Luigi Balocchi e ricalcati sui protagonisti del romanzo Corinne ou l’Italie di Madame de Staël.

I personaggi sono tanti, illustri e di diversa nazionalità, in riferimento alla politica estera auspicata dal nuovo sovrano, sottolineata da Rossini con la citazione dei vari inni nazionali nel Finale. Albergano tutti al “Giglio d’Oro” a Plombières, in attesa di partire per Reims per assistere all’incoronazione di Carlo X, ma per mancanza di cavalli saranno costretti a non partire più, sicché restano nella locanda ospiti della Contessa di Folleville con il proposito di partire l’indomani per Parigi con la diligenza giornaliera. In un susseguirsi di amori leggeri, intellettuali e non corrisposti, in serata viene organizzata una festa ove, tra canti e balli, Corinna, poetessa romana, improvvisa versi sulle virtù di Carlo X e tutti intonano un inno di gloria all’augusto regnante.

Fra le voci, svetta quella di Vasilisa Berzhanskaya, mezzosoprano russo (già Rosina nel Barbiere di Siviglia) dal registro omogeneo e dalla tecnica impeccabile che nel ruolo di Corinna ha incantato il pubblico con filati straordinari e morbidi suoni nel “pianissimo”. Il pubblico non ha mancato di tributarle quattro minuti di applausi per la cantata “Arpa gentil, che fida”, cantata magistralmente con il solo accompagnamento dell’arpa. Eccellente la prestazione vocale di Jessica Pratt (già Bianca in Bianca e Falliero), esibitasi col piglio deciso della Contessa di Folleville, osannata con vivi applausi nell’aria e cabaletta “Partir, o ciel, desio,…Grazie vi rendo, oh Dei!”. Apprezzata per la rotondità vocale il mezzosoprano Maria Barakova (già Ernestina nell’ Equivoco stravagante) nel ruolo della Marchesa Melibea, in duetto con l’innamorato Conte di Libenskof (“Di che son reo? D’alma celeste, oh Dio!…), interpretato dal bravissimo tenore Dmitry Korchak, distintosi per abilità tecnica nella rappresentazione impetuosa del suo amore. Korchak era già stato apprezzato come Contareno in Bianca e Falliero. Non inferiore la prestazione vocale di Jack Swanson (già Conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia) che si conferma tenore leggero nel ruolo del donnaiolo Cavalier Belfiore, corteggiatore di Corinne. Non ha convinto Michael Mofidian, quale Lord Sidney, per la sua immatura voce da basso, disomogenea e sforzata nel registro acuto. Molto bene, invece, Nicola Alaimo (già Gamberotto in L’Equivoco stravagante) che non smentisce il ruolo del fanatico di musica, Barone di Trombonok, con vocalità e piglio da basso comico. Di elevato livello, la prestazione vocale di Erwin Schrott (Don Profondo) esibitosi con solida, sicura e omogenea vocalità, apprezzatissimo per l’impeccabile interpretazione dell’ariaMedaglie incomparabili”. Brava anche Karine Deshayes, quale Madama Cortese, centrata vocalmente sul carattere amabile e spiritoso del personaggio. Molto ben disimpegnati gli altri, sia come solisti, sia nei concertati: Vito Priante (Don Alvaro), Alejandro Baliňas (Don Prudenzio), Tianxuefei Sun (Don Luigino), Paola Leguizamón (Delia), Martiniana Antonie (Maddalena), Vittoriana De Amicis (Modestina), Jorge Juan Morata (Zefirino/Gelsomino).

Magistrale l’assolo di Giampaolo Pretto, primo flauto dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, diretta da Diego Matheuz. La compagine orchestrale ha risposto ottimamente all’eccellente bacchetta del direttore esibendo sonorità lievi su ritmi incalzanti e vorticosi, secondo lo stile rossiniano. Ben disimpegnato il Coro del Teatro Ventidio Basso perfettamente preparato dal Maestro Giovanni Farina.

Conclusa con vero successo, la Cantata è stata particolarmente godibile per la non comune esibizione belcantistica di tanti interpreti, tributati tutti con calorosi applausi e con un picco di entusiasmo per Vasilisa Berzhanskaya.