Recensioni - Opera

A Piacenza Butterfly vola sulle ali della tradizione

Ottimo successo per il cast vocale e la messa in scena di Leo Nucci

Per la stagione lirica 2024/25 arriva al bel Teatro Comunale di Piacenza “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini. Si tratta di un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Comunale di Ferrara. La regia è stata affidata ad un veterano della lirica come Leo Nucci, che da qualche anno si cimenta anche nella regia. Al suo fianco Carlo Centolavigna per le scene, Artemio Cabassi per i costumi e Michele Cremona per le luci.

Si vola sulle ali della tradizione con scene e costumi improntati ad una sobria classicità. C’è tutto: la casetta giapponese, i kimoni, i ventagli, la luna, oltre ad un simbolico cerchio zen che incornicia tutta la scena. Lo spettacolo è piacevole, godibile e preciso. L’accurata regia, assolutamente fedele al testo e alle didascalie, fa trapelare una buona visione d’insieme e una grande attenzione alle reazioni legate a quel piccolo capolavoro che è il libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.

Al resto pensa la musica di Puccini, ottimamente diretta da Matteo Beltrami, che ottiene dall’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini sonorità convincenti unite ad un solido legame con i cantanti in palcoscenico.

Claudia Pavone convince come Madama Butterfly grazie ad una voce sicura e svettante negli acuti e ad una recitazione sobria e spigliata. Lunghi applausi per lei dopo “Un bel di’ vedremo”. Al suo fianco la corrusca e caratterizzata Suzuki della brava Irene Savignano, che oltre a sfoggiare un ragguardevole strumento mezzozopranile, interpreta in modo originale il complesso personaggio della serva e confidente.

Angelo Villari è un solido e credibile Pinkerton, che esibisce acuti stentorei, ma sa anche piegarsi a interessanti nuance nel duetto d’amore del primo atto. Alessandro Luongo propone uno Sharpless giovanile e diretto, senza l’eccessiva compassione che spesso caratterizza questo personaggio. La voce è sicura e calibrata. Una bella prova per lui.

Fra i numerosi comprimari si distingue il ridanciano Goro di Manuel Pierattelli, dalla buona musicalità a cui tuttavia avrebbe giovato uno spunto di squillo maggiore e il diretto e sicuro Commissario Imperiale di Fabrizio Brancaccio. Professionali tutti gli altri: Eva Corbetta, Giacomo Leone, Mattia Denti, Eugenio Maria Degiacomi, Lorenzo Sivelli, Betty Makharinsky, Zhou Zhixin, Yoo Hayoung, Viktor Pastori.

Una bella serata all’opera, coronata da un grande successo nel finale, con lunghi applausi a Claudia Pavone.

Raffaello Malesci (Domenica 22 Dicembre 2024)