Recensioni - Opera

Applauditissima Serata Petit a Parma

Roberto Bolle e il corpo di ballo del Teatro alla Scala in un gala dedicato al grande coreografo francese

L’ultimo appuntamento del cartellone di ParmaDanza si è concluso con un omaggio a Roland Petit, un tributo al celebre coreografo francese, acclamato sui palcoscenici di tutto il mondo per le sue creazioni che si rifanno all’essenza squisitamente nazionale. L’alto livello delle proposte fa sì che il teatro registri giustamente sempre il tutto esaurito e ogni spettatore non può che uscire soddisfatto da tutte le serate.

 

Il  Teatro Regio di Parma ha avuto l’onore e “l’onere” di presentare un’accattivante Serata Petitl con il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e la sua étoile Roberto Bolle; le musiche sono state ben eseguite dall’Orchestra del Teatro Regio di Parma splendidamente diretta da David Garforth.

 

In questa magnifica anteprima nazionale, la compagnia scaligera ha presentato un trittico di capolavori: L’Arlésienne, (anteprima assoluta per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala) Le Jeune homme et la mort e Carmen.

Mai rappresentato dalla compagnia scaligera, L’Arlésienne (creato nel 1974 per Le Ballet de Marseille) ha debuttato a Parma in un nuovo allestimento, con le scene di René Allio e i meravigliosi costumi di Christine Laurent. La vicenda prende spunto dai racconti di Alphonse Daudet, poi trasposti in dramma teatrale con musiche appositamente composte da Georges Bizet. Ambientato in Provenza, L’Arlésienne racconta di una passione amorosa finita in tragedia. Vivette (Marta Romagna), una giovane fidanzata, tenta invano di conquistare l’amato, Fréderi (Roberto Bolle), ossessionato dal ricordo di un’altra donna, bellissima, ma infedele, l’Arlesienne, fino al tragico finale.

Entrambi di formazione scaligera,  la Romagna e Bolle hanno caratteristiche psicologiche molto differenti: lei in questo ruolo molto passionale, lui più contenuto nelle emozioni; entrambi tecnicamente fortissimi, hanno dato prova dell’eccellenza nell’esecuzione dei difficili passaggi.

Il Corpo di Ballo ha saputo valorizzare al massimo la coreografia tipicamente in stile Petit, fatta di canoni e piccoli gesti non codificati nel linguaggio accademico.

Presentato nel 1946 al Théâtre des Champs Elysées, Le Jeune homme et la Mort, fu da subito un successo. Il libretto di Jean Cocteau e la Passacaglia di Bach fanno di questo pezzo il capostipite del balletto esistenzialista. Mick Zeni ha interpretato al meglio le Jeune homme: il suo modo di danzare è stato vigoroso, i balzi da e sul tavolo avevano l’agilità di un felino, ed è riuscito a rendere anche le sfumature più intime del giovane pittore parigino che soffre le pene d’amore nella sua soffitta, lottando contro lo scorrere incessante ed inesorabile del tempo. La Morte (Marta Romagna) non giunge inaspettata, ma preannunciata, anzi forse desiderata ed agognata. Il crescendo di pathos è stato vissuto appieno in scena e dal pubblico.

Credo che il personaggio di Carmen resterà per sempre legato al nome di Zizi Jeanmaire, moglie di Roland Petit bellissima e conturbante con i capelli alla garçonne nella succinta guepière. Il balletto debuttò a Londra nel 1949 e da allora la sua coreografia su questo soggetto è rimasta insuperata. La vicenda è naturalmente ispirata al celebre racconto di Mérimée:  Petit però non lesse  il racconto prima di lavorare al balletto e questo gli valse il rimprovero per le troppe libertà presesi nell’allestimento. In ogni caso la sua idea coreografica rende perfettamente la solitudine tragica e selvaggia di Carmen.

A Parma Roberto Bolle ha interpretare il ruolo di Don José, accanto all’étoile ospite Polina Semionova, partner tra le sue preferite, Prima Ballerina dalla Staatsoper Unter den Linden di Berlino. Insieme formano una bellissima coppia per le proporzioni fisiche e per la padronanza tecnica Inutile dire però che Bolle è un principe, non il plebeo che dovrebbe interpretare: ogni gesto compiuto non gli appartiene fino in fondo e nonostante tutta l’esecuzione sia stata impeccabile dal punto di vista tecnico, in particolare il passo a due, Bolle non ha convinto fino in fondo in questo ruolo che non gli appartiene caratterialmente. La Semionova è stata più accattivante nel suo ruolo di femmina devastatrice che seduce gli uomini, anche se, dal confronto con la minuta Zizi, non può uscirne che qualche passo indietro.

Divertente Francesco Ventriglia nel ruolo del Torero e pulito il Corpo di Ballo nei quadri d’insieme.

 

Sonia Baccinelli (29 maggio 2008)