Stesso ritornello dal 1955, dopo lo spettacolo al Palais de Chaillot di Parigi: "Se non urli e non batti i piedi alla fine di una recita di Moiseev, non sei normale e hai bisogno di uno psicanalista"
Mercoledì 20 luglio il Cortile della Pilotta di Parma ha avuto l'onore di ospitare la compagnia di danza popolare del celebre coreografo russo Igor Moiseev, evento imperdibile per il mondo della danza, dato che l'Igor Moiseev Ballet manca dal nostro paese dal 2005.
L'Igor Moiseev Ballet nasce nel 1937 come prima compagnia professionale di danza folklorica del mondo. Il suo fondatore e direttore, Igor Moiseev, è stato uno dei maestri di ballo e coreografi più noti della Russia, insignito di vari titoli ed onorificenze :"Artista Emerito del Popolo Russo", "Eroe dell'Emulazione Socialista", "Premio Lenin", "Ordine per i Meriti alla Patria" di I e III livello, "Premio Triumph" e più di trenta altre onorificenze in patria e all'estero.
Igor Moiseev è perciò divenuto il simbolo di un'arte altamente professionale e al tempo stesso estremamente popolare perché è proprio dello spirito dei popoli che si interessa. La sua missione è quella di avvicinare i popoli attraverso l'autenticità e l'apertura reciproca.
Il repertorio della Compagnia conta più di 300 danze popolari, miniature coreografiche e balletti in un atto quali Tzam, Danze Polovesiane (musica di A. Borodin), Una notte sul Monte Calvo (musica di M. Musorgskij), I Pattinatori (musica di J. Strauss), La Ballata Spagnola (musica di Pablo de Luna), Una sera in osteria, Suite di danze ebraiche "Family Joys".
Dal 1943 la compagnia viene supportata da una scuola di danze popolari con lo scopo di insegnare e fare ricerca storica sui diversi stili folklorici. Anche questa esperienza inizia con un piccolo gruppo di giovani artisti entusiasti dell’iniziativa ai quali, nel corso degli anni, si aggiungono altri ballerini.
Fin dalla sua nascita, la compagnia si esibisce regolarmente in diversi paesi del mondo riscuotendo ovunque un trionfale successo e ponendosi come la prima associazione artistica che rappresenta la cultura russa nel mondo.
Lo spettacolo presentato a Parma ha naturalmente aperto con una danza russa. L’impatto sul pubblico è stato stupefacente per il numero di ballerini presenti sul palco (ventidue coppie e due solisti), i costumi, in particolare quelli delle ragazze, la precisione e la velocità di esecuzione degli interpreti tutti giovanissimi e i disegni coreografici con diagonali discendenti che andavano via via a formare cerchi che si aprivano poi a fontana. Tutto talmente perfetto che avremmo voluto vederlo replicato all’infinito.
Il brano successivo è stata una danza calmucca, presentata da tre uomini, che ha stupito il pubblico per la vibrante intensità rappresentativa. Man mano che lo spettacolo procedeva, aumentava anche il senso di aspettativa da parte del pubblico che ha accolto favorevolmente anche la Antica quadriglia di città, tratta dal ciclo di danze “Quadri del passato”. Questa danza è molto diversa dalle altre: più pacata, giocata su un umorismo sottile dato dalla complicità degli sguardi e dei sorrisi degli interpreti. Inoltre in questa danza vengono messi in scena anche i musicisti: tre fisarmoniche, un tamburello e due balalaike che alla fine scopriamo essere anche ballerini! Tutto questo rientra nello spirito stesso della compagnia di Moiseev che voleva essere autosufficiente in tutto, ma, al tempo stesso, voleva garantire un lavoro anche ai ballerini già anziani che imparavano perciò uno strumento o cucivano gli abiti e le scarpe necessari per prove e spettacoli.
Il primo tempo si è concluso con la danza dei Partigiani. L’ingresso è stato davvero spettacolare con la tipica camminata russa che pare scorrere sul ghiaccio. Il disegno coreografico a base circolare ha visto formarsi e sciogliersi coppie, tris, fino a sei per fila che continuavano a fluire sul binario del cerchio. Il succedersi poi degli assoli è stato al limite dell’acrobatico.
Il secondo tempo è stato più “cosmopolita”, verrebbe da dire, e improntato su uno humor più immediato. Divertente la prima danza russa dove le ragazze facevano spallucce ammiccando ai ragazzi. Fisicamente impegnativa la danza georgiana al ritmo del tamburo. Simpaticissima anche la danza moldava La Trabakerjaska: una donna entra per lavare i panni al fiume e tre uomini che si trovano a passare lì per caso le guardano il sedere; dopo poco se ne aggiungono altri tre e quando la ragazza si accorge che la spiano, gioca d’astuzia e finisce che fa lavare i panni ai sei sciocchi! Bella anche la danza col piatto che il danzatore riesce a far salire e scendere lungo tutta la colonna vertebrale.
Ma sicuramente il pubblico ricorderà più di tutti due balletti: la tarantella e i marinai. La tarantella, oltre ad essere stata danzata in stile perfetto, ha stupito lo spettatore per il modo di mettere in scena il carretto siciliano, costruito dai ballerini stessi che reggevano le donne.
Infine nel balletto in chiusura “Un giorno a bordo di una nave da guerra” la compagnia ha presentato, danzando con umorismo e splendore, la vita di tutti i giorni in tempo di guerra della marina sovietica.
Oggi, nonostante il suo fondatore sia morto nel 2007, l’Igor Moiseev Ballet è pieno di nuovi progetti e di nuove idee. Porta in dote la ricchezza delle capacità professionali e l’entusiasmo giovanile. Grandi professionisti, gli artisti di Moiseev sono sempre pronti per nuove tournée e nuovi debutti. Le danze di Moiseev saranno richieste anche dagli eredi degli spettatori di oggi. I lavori di questo straordinario artista sono piene d’amore, di gioia e allegria. Speriamo di non dover attendere ancora così a lungo per riaverli in Italia.
Sonia Baccinelli, 20 luglio 2011