Idillica ambientazione nel pittoresco castello di Gars
Gars è un paese immerso nel bosco nella Boemia Austriaca.
Osservando il bosco rigoglioso in cui convivono tantissimi tipi di alberi, pini, abeti, cipressi, alberi a foglie larghe, di ogni specie e dimensione ho pensato che se l’uomo imparasse a convivere come questi alberi, che si aiutano a vicenda e non rubano lo spazio vitale del vicino, penso che il mondo migliorerebbe notevolmente.
Nella splendida cornice di un vecchio castello diroccato ho assistito a una divertentissima produzione dell‘opera L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti.
Visto che la vicenda narrata avviene in un villaggio, un posto migliore non si poteva trovare. Le pareti diroccate del vecchio castello hanno formato una cassa acustica naturale in cui il suono arrivava omogeneo in sala, portando seco tutti gli armonici che solitamente si perdono quando i cantanti cantano microfonati...e qui non c’era nessun microfono!
Abituati purtroppo a regie e scene assurde... è stato veramente un balsamo all’ anima assistere a uno spettacolo di tradizione, ma costruito con tutti i sacri crismi.
I registi Cornelius Obonya e Carolin Pienkos hanno creato le situazioni con tante trovate sceniche divertenti: la loro è stata una regia curatissima in cui nulla è stato lasciato al caso. Sono stati inseriti anche dei fermi alla musica in cui i cantanti hanno sottolineato le situazioni con gesti, sguardi e parole che hanno reso ancora più delizioso assistere a quest’opera.
Ad esempio Nemorino ha fatto anche il giocoliere con 3 mele. Un’altra trovata d’effetto e’ stata quando Dulcamara lascia cadere la bottiglia dell’elisir e Nemorino la prende al volo. Altro momento che ha suscitato l’applauso del pubblico è stata l’entrata di Belcore e della sua guarnigione in bicicletta. Nel finale, nel buio totale, parte una scarica di coriandoli luminosi dalla macchina di Dulcamara.
I registi hanno utilizzato la parte superiore della parete rimasta del castello per far entrare i personaggi, per creare scenette e situazioni di suspence. Nulla di troppo, solo il necessario per lo svolgimento della trama dell’opera.
La scena di Walter Vogelweider, oltre che dalla parete diroccata, era costituita da una scalinata rossa su cui è stata fatta arrivare la macchina a vapore di Dulcamara, da lì sono arrivati i bersaglieri in bicicletta, qui è stato allestito un albero tipo della cuccagna con delle luci sulle balaustre per addobbare la festa del matrimonio.
I costumi di Laura Madge’ Hormann erano di buona foggia: i soldati indossavano la divisa dei bersaglieri. I contadini erano vestiti con abiti molto colorati, con toppe e stracciati, ma sempre con gusto. Nemorino indossava una camicia tutta strappata senza maniche e calzoni rattoppati. Dulcamara invece era molto elegante, come i suoi due assistenti, due gemelli con la barba bianca: indossava un doppiopetto blu e un immenso pastrano verde. Elegante era anche Adina e tra le contadine, si distingueva l’abito di Giannetta.
Il direttore d’orchestra, il Maestro Levente Torok ha saputo estrarre tutti i colori della musica: con maestria e gesto semplice ha diretto i cantanti e i professori d’orchestra donandoci una musicalità avvolgente. Bravissimo il Coro diretto dal Maestro Michal Juraszek: gli interventi dei coristi sono stati molto precisi vocalmente e perfetti scenicamente.
Tutti i cantanti protagonisti hanno dimostrato di possedere una dizione perfetta e una ottima preparazione sia a livello vocale che a livello scenico. Tutti sapevano cantare e la voce correva nel teatro all’aperto.
Adina era interpretata dal soprano ucraino Maria Nazarova, cantante cresciuta nell’Ensemble della Wiener Staatsoper. Questa partitura le calzava a pennello: perfetta nel registro centrale, sicura negli acuti, senza sbavature di suono. Sguardo civettuolo, intrigante nel tono della voce con le dovute sottolineature vocali atte ad evidenziare i differenti stati d’animo.
Matteo Ivan Rasic era Nemorino: considerando che questo tenore ha 25 anni, un fisico slanciato e occhi azzurri, era adattissimo al ruolo. Vocalmente forse leggermente acerbo vista la giovane età, ma con una bellissima voce ed eccezionale musicalità, ci ha donato un personaggio divertente e disperato a seconda delle situazioni e ci ha coinvolto ed emozionato. Eseguita senza nessuna sbavatura o forzature l’aria “Una furtiva lacrima”, tanto attesa dal pubblico.
Paolo Rumetz è stato un delizioso Dottor Dulcamara. Cantante dalla lunga carriera, esperienza e classe ha guidato la compagnia di giovani e giovanissimi colleghi al successo pieno della serata. È stato straordinario nella sua entrata iniziale con il cambio di tono per convincere i villici all’acquisto, sublime negli altri momenti in cui era sul palco, sempre con una sicurezza e musicalità veramente da fuoriclasse, con una linea di canto da far invidia a molti suoi colleghi. Ricordo gli anni in cui nell’Ensemble della Wiener Staatsoper ha salvato tanti spettacoli sempre con grande classe e maestria.
Orhan Yildiz è stato un Belcore molto divertente, scenicamente perfetto e con una buona musicalità e vocalità. Dal 2016 al 2020 ha fatto parte dell’Ensemble del Wiener Staatsoper. Degna di venire menzionata Martha Matscheko nel ruolo di Giannetta.
Il pubblico ha molto applaudito le apparizioni di tutti e quattro i principali protagonisti, fermando spesso lo svolgimento della scena per sottolineare il gradimento di quanto stavano facendo i cantanti sul palcoscenico. Applausi durante e alla fine dell’opera, che hanno decretato il meritatissimo successo della serata.
Se avete voglia di divertirvi e rilassarvi, questa produzione prosegue fino al 3 agosto!