Recensioni - Opera

BRESCIA: “Smanie” per quartetto d’attori

Opera di marcata satira della borghesia contemporanea “Le smanie per la villeggiatura” è stato un testo affrontato in più occasion...

Opera di marcata satira della borghesia contemporanea “Le smanie per la villeggiatura” è stato un testo affrontato in più occasione nel ‘900; si ricordi per tutte la storica edizione dell’intera trilogia della villeggiatura realizzata da Strehler per il Piccolo Teatro alcuni decenni fa.
Uscendo completamente dagli stereotipi classici della rappresentazione goldoniana la compagnia Le belle bandiere – Diablogues ha scelto di puntare su un allestimento essenziale non solo nelle scene ma anche nella recitazione affidando tutti i ruoli a soli quattro attori in un esperimento di regia collettiva “cercando di rispecchiare una metodologia di lavoro più affine all’originale goldoniano”, almeno così si sosteneva nelle note. Ne è uscito pertanto uno spettacolo asciutto ma estremamente godibile, la cui eccessiva essenzialità però ha forse nuociuto al testo teatrale in quanto tale. La riduzione dei ruoli ha comportato alcuni tagli un po’ drastici (primo fra tutti il dialogo tra Vittoria e Giacinta) che in più di un’occasione hanno dato l’impressione che si trattasse più di uno studio anziché di una vera e propria rappresentazione. Studio che se si avvaleva di una cornice essenziale ma estremamente elegante (notevole la scelta delle musiche con brani da camera, tra cui i trii di Schubert, ed il finale sulla voce di Nick Cave), supportato da una recitazione buon livello, ma che troppo spesso eccedeva nella macchietta o comunque nell’ammiccamento verso il pubblico.
Con ciò va detto che la messinscena è divertente e ben recitata e, se magari qualche esegeta dell’autore veneziano potrebbe (non a torto) storcere il naso, va comunque reso il merito ai bravi Marco Sgrosso, Enzo Vetrano, Stefano Randisi, ed Elena Bucci di essere riusciti a proporre un Goldoni efficace e fuori dagli schemi.
Davide Cornacchione 13 aprile 2005