Recensioni - Opera

Bella Addormentata del balletto La Classique di Mosca

L'ensemble russo ha presentato il capolavoro di Ciajkovskij al Palabrescia

Lo spettacolo della Bella Addormentata presentato il 6 gennaio al Palabrescia dalla compagnia di balletto La Classique di Mosca ha rispettato a grandi linee l’originale, anche se allo spettatore attento non sono sfuggiti i numerosi tagli e la drastica riduzione dell’organico del corpo di ballo. La storia è quella nota a tutti della favola di Perrault, musicata da Ciajkovskij in un prologo e tre atti. Alla corte di re Floristano, viene indetta una festa per il battesimo della principessa Aurora.

Alla festa vengono invitati cavalieri, dame e le fate buone del regno, che portano con loro doni per la principessa. Tra gli invitati però manca la strega Carabosse, non presente nella lista; per vendicarsi, nonostante le suppliche della corte, la maga getta una maledizione alla piccola Aurora: al sedicesimo anno di età, la principessa morirà pungendosi con un fuso. La fata dei Lillà però, non avendo ancora fatto il suo regalo, decide di modificare la maledizione: la principessa non morirà, ma sprofonderà in un lunghissimo sonno dal quale potrà risvegliarsi solo grazie al bacio di un giovane principe.
Nel prologo, capolavoro coreografico di Petipa, la compagnia moscovita ha presentato il balletto quasi fedelmente all’originale, modificando solo la parte di Carabosse, ben interpretata, come da tradizione, da un uomo. Brave tutte e sei le interpreti delle fate, in particolare la Fata Canarino che ha saputo dare l’intensità giusta ai movimenti di gambe e braccia.
Nel primo atto la scena si sposta nel giardino del castello dove si festeggia il sedicesimo compleanno della principessa. Ogni fuso è stato bandito dal regno e il suo uso vietato severamente. Aurora appare e viene corteggiata da quattro pretendenti che arrivano dai quattro rispettivi continenti. Varie danze di corte distolgono l'attenzione dagli invitati e così la maga Carabosse, travestita da vecchia mendicante, le porge un fuso. Incuriosita dall'oggetto mai visto e credendolo un dono, Aurora lo tocca, si punge e muore. La fata dei Lillà trasforma la morte in sonno. Anche gli invitati si addormentano e il castello viene avvolto da rovi e circondato da un fitto bosco.
Il secondo atto è diviso in due scene: la caccia nel bosco e il risveglio nel castello. Sono trascorsi cento anni e, in una radura nei pressi del castello ancora avvolto dai rovi, una compagnia di nobili è impegnata in una battuta di caccia, allietandosi con cibo e danze. Tra i nobili è presente anche il principe Desirè. Ad un tratto l'atmosfera cambia e appare la fata dei Lillà, che conduce il principe da Aurora, raccontandogli la triste storia. La visione della splendida principessa fa innamorare immediatamente il giovane principe non appena giunto al castello incantato. Nella seconda scena il principe riesce ad entrare nel castello e, trovata la principessa, le da un bacio, spezzando l'incantesimo; la corte allora si risveglia e le danze ricominciano; il principe potrà ora sposare la principessa Aurora.
Il primo atto, così come il secondo, sono stati creati per corpi di ballo molto numerosi e il vedere alcuni brani, come il celebre walzer delle corolle di fiori o le danze nel bosco interpretati da una decina di ballerini ha messo una certa tristezza, anche perché sono stati anche tagliati in alcuni punti. Inoltre anche gli abiti per certi pezzi erano davvero poco appropriati, come quelli del corpo di ballo per la scena del bosco, che parevano i piatti bianchi del lago dei cigni. Degna di nota l’interprete di Aurora con buona tecnica specialmente nelle gambe, anche se nel pas de deux del terzo atto ha dato qualche segno di cedimento per il fiato. Ben eseguito anche il celebre Adagio della Rosa, alla quale nessuna interprete di Aurora vuole rinunciare.
Nel terzo atto, che è stato quello che ha spinto Ciajkovskij ad accettare questo lavoro propostogli dal sovrintendente del teatro imperiali di San Pietroburgo, compaiono molti dei personaggi delle fiabe di Perrault: L’uccellino blu, Il gatto con gli stivali e la gatta bianca, Cenerentola e il Principe Fortuné, Cappuccetto rosso e il lupo. Tutti questi pezzi sono stati eseguiti (anche con variazioni e coda) ed anche i brani delle pietre preziose, ma non hanno convinto fino in fondo dal punto di vista tecnico: forse mancava lo smalto tipico di chi studia alla perfezione solo questa parte per eseguirla alla fine del balletto e non dopo aver dovuto risparmiare le energie nei precedenti atti.
Apprezzabile dunque lo sforzo e la tecnica di questa compagnia fondata nel 1990 e diretta da Elik Melikov che propone i grandi titoli del repertorio classico, ma non è possibile mettere in scena efficacemente La Bella con solo una trentina di persone.

Sonia Baccinelli 6 gennaio 2009