Recensioni - Opera

Bobbio: concerto di Michele Pertusi

Al pianoforte Martino Faggiani

È sempre un piacere ascoltare il basso Michele Pertusi per la sua arte scenica, linea di canto, e capacità espressiva.

E il piacere si è ripetuto in questo spettacolo all’aperto, all’interno del Chiostro della Basilica di San Colombano.

Peccato il pubblico scarso e vento freddo, unici nei di una magnifica serata.

In questo concerto di canto Michele Pertusi è stato accompagnato al pianoforte dal maestro Martino Faggiani, che conoscevo come bravissimo direttore del Coro del Teatro Regio di Parma, ma ignoravo la sua abilità pianistica e di presentatore pieno di ironia e di umorismo.

Il programma era molto impegnativo e variegato. Si è iniziato con Verdi, Simon Boccanegra, aria di Fiesco “Il lacerato spirito” dove Pertusi ha coinvolto il pubblico presente facendogli percepire il dolore di questo nobile padre.

Dalla seconda aria ecco la scoperta di Faggiani presentatore, che per introdurre l’aria, ha raccontato questo aneddoto: all’inaugurazione dell’aeroporto di Parma, alla presenza del sindaco e varie autorità, era stato invitato un basso famoso che doveva cantare qualche aria. La sua prima aria fu “Come dal ciel precipita” dal Macbeth: tutti corsero a toccar ferro!!!!

Dopo il Macbeth ecco un’aria del 1874 di Carlos Gomes che fu famoso per circa 10 anni: da Salvator Rosa “Di sposo, si padre”, aria difficilissima che racconta le angosce del governatore di Napoli che deve decidere se scendere a patti con Masaniello o stroncare la rivolta nel sangue.

Faggiani introduce le arie che concludono la prima parte del concerto di canto intitolandole sacro e profano. Sacro la preghiera di Zaccaria dal Nabucco di Verdi “Tu sul labbro dei veggenti”, profano dal Mefistofele di Boito “Son lo spirito che nega”, eseguita da Michele Pertusi con i fischi scritti e cantati in maniera divina…scusate l’accostamento.

L’intervallo è stato brevissimo, 10 minuti, visto il pubblico scarso ed infreddolito per il vento che fischiava abbastanza ininterrottamente, tanto che il Maestro Faggiani ha dovuto ricorrere all’aiuto di una persona volontaria che gli teneva ferme le pagine dello spartito e Pertusi ha dovuto tenere in mano le pagine della musica delle arie che avrebbe cantato nella seconda parte.

La seconda parte era costituita da canzoni di Tosti, “Conte di Lara” e “L’ultima canzone” che ha concluso, giustamente il programma, Mascagni, “Serenata”, D’Enza, “Se” e “Vieni”, e la canzone “Vivere” di Bixio, tutte presentate con aneddoti e cantate magistralmente dal Maestro Pertusi.

Altro episodio diverte è stato quando Pertusi rincorreva i fogli volati dallo spartito di Faggiani e successivamente, mentre cercava, senza trovarli, i fogli di Vivere e Faggiani si è messo a suonare al pianoforte le musiche di Stanlio e Olio.

Il bis, richiestissimo, è stato l’aria dal Barbiere di Siviglia “La Calunnia” dove il venticello è stato sottolineato con forza, visto che spirava anche a Bobbio.

Una serata indimenticabile, nella cornice del chiostro della Basilica di San Colombano.