Recensioni - Opera

Bologna: Don Giovanni seduce il Comunale

Ritorna Mozart al comunale Nouveau di Bologna, con il secondo capitolo della trilogia scritta con Lorenzo Da Ponte: Don Giovanni

Un nuovo e interessante allestimento con la regia di Alessandro Talevi.

Talevi rilegge l'opera come fosse un varietà con tanto di sipario rosso e luci, Don Giovanni è un burattinaio che muove i fili degli altri personaggi che in alcuni momenti diventano marionette, giocando pericolosamente fino al tragico epilogo. Le scene sono abbastanza fisse e di bianco candido, arricchite dalle suggestive proiezioni video di Marco Grassivaro e dalle belle luci di Teresa Nagel che oscillano tra colori pastello e tinte più accese. Un Don Giovanni fuori dal tempo, simbolo della libido maschile riconoscibile oggi come all'epoca di Mozart. Quindi l'ambientazione viene svolta in periodi differenti, sottolineati anche dagli ottimi costumi di Stefania Caraggi.

Alla guida dell'orchestra del comunale c'era il giovane direttore Martijn Dendievel che ha puntato ad un suono delicato, avvolgente, morbido, notturno, senza troppa irruenza. C'è un'attenzione alle voci, i tempi sono corretti, con qualche momento più in fuga. L'accompagnamento al Fortepiano è stato del maestro Anna Dang Anh Nga Bosacchi. Preciso come sempre il coro ben diretto da Gea Gatti Ansini nei pochi momenti a disposizione.

Nel ruolo del protagonista troviamo un efficace Nahuel Di Pierro. Voce chiara, ampia e omogenea che coglie le sfaccettature del suo personaggio, dall’energia dionisiaca di ”Fin c’han dal vino”, alle dolcezze seduttive di” Deh vieni alla finestra”, fino ad arrivare all'inquietante finale. Grande presenza scenica che interagisce al meglio con il Leporello di Davide Giangregorio. Anche lui vocalmente brillante, con un fraseggio arguto, ben sottolineato nell’aria del catalogo e anche nei recitativi. Un Leporello chapliniano con bombetta e bastone, dai tempi comici irresistibili.

Olga Peretyatko dopo aver rinunciato alle prime due recite per indisposizione, finalmente propone la sua donna Anna. Una partenza in sordina, all'inizio la voce risulta molto scura e intubata. Scenicamente elegante, risolve con pregevole professionalità l’aria “Non mi dir” del secondo atto, dove emerge l'animo dolente del personaggio.

Karen Gardeazabal è un'ottima e appassionata Donna Elvira. Una linea di canto robusta e ben gestita, che affronta con tranquillità l'impegnativa tessitura, sia nella sortita iniziale "A chi mi dice mai”, che nell’aria “Mi tradì quell'alma ingrata”, eseguita con classe e limpidezza.

Il Don Ottavio di René Barbera è ricco di sfumature, mezze voci, con un fraseggio fine e penetrante. Le due arie "Dalla sua pace" e "Il mio tesoro" sono un vero esempio di bel canto.

La coppia Zerlina e Massetto trova in Eleonora Bellocci e Nicolò Donini due validissimi interpreti. La Bellocci mostra un timbro luminoso e squillante, sempre ben scandito, che si sposa con il carattere civettuolo. Anche Donini si distingue per una voce alquanto chiara e incisiva.

Il Commendatore di Abramo Rosalen è veramente solido, dalle tinte bronzee e con un imponente volume vocale che gestisce con sapienza nei suoni più gravi, sottolineando l'austera nobiltà.

Teatro sold out e calorosa accoglienza per tutto il cast.

Marco Sonaglia

(Teatro Comunale Nouveau-Bologna 30 maggio 2024)