Al teatro comunale Nouveau di Bologna giunge quasi al termine la stagione operistica
In cartellone arriva "Werther”, il capolavoro di Jules Massenet, composto nel 1897, con il libretto di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, tratto dal romanzo epistolare "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang Von Goethe.
L'allestimento è quello del 2016 andato in scena al teatro comunale di Bologna e riadattato agli spazi del Nouveau. La regia di Rosetta Cucchi ha un taglio più cinematografico che teatrale, una sorta di piano sequenza sia dal punto di vista del protagonista, sia da quello dello sviluppo narrativo. Le scene curate da Tiziano Santi ci mostrano nel primo atto il protagonista già tormentato in una poltrona rossa, due grandi alberi e la casa di Charlotte popolata dalla numerosa famiglia. Nel secondo atto compare la chiesa sullo sfondo e intorno i personaggi sembrano riecheggiare il quadro "Colazione sull'erba" di Edward Manet. Nel terzo atto troviamo l'abitazione di Albert, ordinatissima e ricca di libri. Il finale è fatto di case che si allontano con Wether che muore guardando il suo sogno, dove due anziani sposi che si accudiscono con amore gli ricordano ciò che loro avrebbero potuto essere.
Spettacolo molto elegante e impreziosito dalle calde luci di Daniele Naldi e dai costumi di Claudia Pernogotti, ripresi da Massimo Carlotto.
Riccardo Frizza alla guida dell'Orchestra del Teatro Comunale sfoggia la consueta cura e precisione nella ricerca dei colori, dei tempi e delle dinamiche. L'espressione più aulica e struggente dello Sturm und Drang viene colta nel morbido tappeto degli archi contrapposto all'incalzare degli ottoni, con una lettura attenta che coniuga passione, inquietudine e tristezza in un vortice sonoro sempre affascinante ed esplosivo. Ottima la prova del Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna diretto con sicurezza da Alhambra Superchi.
Nella parte del protagonista troviamo il tenore russo Dmitry Korchak, che ha dimostrato di essere oggi un Werther di riferimento. Voce robusta, dal timbro luminoso, vibrante, omogeneo nei registri, ben proiettato e con fraseggio accurato. Gli acuti scorrono con facilità e le parti più impervie vengono risolte senza alcun problema. Applauditissima l'aria "Pourquoi me réveiller" (purtroppo non bissata, nonostante varie richieste dal pubblico) dove ha sfoggiato filati e diminuendi di grandissimo pregio. Anche scenicamente risulta veramente credibile nell'interpretare i diversi stati d'animo del suo personaggio.
Di alto livello è anche la Charlotte del mezzosoprano Annalisa Stroppa. Una voce tornita, dall'affascinante colore brunito, ma anche vellutata e incisiva sia nel registro medio alto, che in quello basso. Interprete sensibile che nell'aria "Va laisse couler mes larmes" del terzo atto raggiunge vette di grande pathos, scavando a fondo nella parola.
L'Albert di Matteo Guerze' unisce una buona solidità vocale ad un'elegante recitazione. Validissima la vitale e giovanile Sophie di Claudia Ceraulo dal timbro chiaro e brillante sottolineato nell’arioso “Mais aujourd’hui, monsieur Werther, tout le monde est joyeux”. Ben caratterizzati anche Le Bailli di Alessio Verna, il sonoro Schmidt di Xin Zhang e il divertente Johann di Dario Giorgele'. Completavano il cast i corretti Yuri Guerra (Brühlmann) e Giulia Alletto (Kätchen).
A fine recita buona accoglienza, con picchi di applausi per Dmitry Korchak e Annalisa Stroppa.
Marco Sonaglia (Teatro Comunale Nouveau-Bologna 24 novembre 2024)