Recensioni - Opera

Bologna: Un potente Oedipus Rex

Passata la pausa estiva, riprende l'interessante stagione lirica al Nouveau di Bologna

Dopo cinquantasette anni, torna in scena "Oedipus Rex" di Igor Stravinskij, con una nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna.
 
Nella prima parte sono stati eseguiti tre preludi sinfonici composti da Ildebrando Pizzetti, che furono commissionati dall'attore Gustavo Salvini, eseguiti nel 1904 per la realizzazione scenica della tragedia di Sofocle al teatro Olimpia di Milano e nel dicembre del 1919 all'Augusteo di Roma diretti dallo stesso autore.
 
Il primo tema "Largo" si caratterizza per le note ribattute in un clima di abbandono. Il secondo "Con impeto" è più vigoroso con un tema affidato all'oboe. Nel terzo ed ultimo preludio "Con molta espressione di dolore" si respira un'atmosfera più serena, ritorna il tema del primo e c'è un bellissimo solo del violino sopra al tappeto pizzicato degli archi. A rendere più suggestiva l'esecuzione, la proiezione dei fotogrammi dal film "Edipo re" di Pier Paolo Pasolini, uscito nel 1967 e girato nella parte finale proprio a Bologna. Rivedere i volti di personaggi che hanno fatto la storia del cinema e della nostra cultura come Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Alida Valli, Julian Beck, Ninetto Davoli, Francesco Leonetti è stato veramente emozionante.
 
Nella seconda parte l'attesa "Oedipus Rex", un'opera-oratorio in due atti composta tra il 1926 e il 1927, con il testo in francese di Jean Cocteau, tradotto in latino da Jean Daniélou, andata in scena per la prima volta al Théâtre Sarah Bernhardt il 30 maggio 1927, inserita tra due balletti e diretta proprio da Stravinskij. La prima esecuzione in forma scenica avverrà al Wiener Staatsoper il 23 febbraio 1928.
 
La regia è di Gabriele Lavia, assistito da Gianni Marras. Il grande attore conosce bene il testo di Sofocle, puntando ad uno spettacolo con una minima azione, non propriamente statico come voleva il compositore. Inoltre si ritaglia l'azzeccata parte del narratore con la sua voce sempre calda e avvolgente.
 
La scena curata Alessandro Camera ci mostra alla sinistra una grande testa di sfinge, dall'altro le rovine di Tebe. Al centro ci sono le sedie che accolgono il coro, vero protagonista, presente sin dall'inizio. Le luci di Daniele Naldi sono sempre eleganti e i faretti in scena amplificano il senso di oppressione, raffinati i costumi di Andrea Viotti.
 
L'opera è caratterizzata da forme chiuse (arie, duetti, cori) con richiami al barocco händeliano, al melodramma romantico, a Beethoven, però con la modernità della musica di Stravinskij e con un uso predominante delle tonalità in minore, con alcuni guizzi in maggiore.
 
Oksana Lyniv ha diretto l'Orchestra del teatro comunale in maniera tesa, vibrante, mettendo in luce tutti gli ostinati di una partitura variegata e impegnativa, con la consueta cura per tutte le sezioni. Ne esce un tappeto sonoro drammatico, incisivo, di grande impatto, con i volumi molto sostenuti. Sublime il coro (di soli uomini) diretto magistralmente da Gea Garatti Ansini che ha mostrato potenza, intensità, compattezza e una scrupolosa attenzione alle giuste sfumature.
Edipo era il tenore Gianluca Terranova che ha sostenuto una parte molto ostica con grande professionalità. Voce ben emessa, con facilità nel registro acuto, timbro chiaro e una duttilità nel forgiare un personaggio che attraversa momenti emotivamente molto diversi.
 
Atala Schöck è una credibile Giocasta, cantata con intensità e con ricerca psicologica. Pregevole Anton Keremidtchie nel doppio ruolo di Creonte e il Messaggero ha mostrato una voce solida e di bella pasta. Sorin Coliban invece tratteggia un solenne Tiresia dal timbro cupo e ambrato. Valido anche il pastore di Sven Hjörleifsson.
 
Il teatro sold out e i numerosi applausi hanno dimostrato che recuperare un titolo poco frequentato è stata una scelta quanto mai coraggiosa e vincente.
 
Marco Sonaglia (Teatro Comunale Nouveau -Bologna 12 ottobre 2025)