Recensioni - Opera

Brescia Teatro Sociale: Un triangolo femminile alla ricerca del Marchese De Sade

Il centro Teatrale Bresciano ha inaugurato la stagione 2001/2002 con “Madame de Sade” dello scrittore giapponese Yukio Mishima per...

Il centro Teatrale Bresciano ha inaugurato la stagione 2001/2002 con “Madame de Sade” dello scrittore giapponese Yukio Mishima per la regia di Massimo Castri, produzione Teatro Stabile di Torino.

Il testo ha l’immobilità e la poesia che ci si può aspettare da uno scrittore orientale che guarda al teatro No. Mishima infatti sviscera il rapporto morboso di tre donne verso il divino Marchese, che mai appare in scena. La Marchesa De sade, sua madre e sua sorella si arrovellano per tre atti sulla figura del marchese, tentano di capirla, di dare una spiegazione ai suoi comportamenti. Ne escono tre immagini completamente diverse che appaiono alla fine più la proiezione delle patologie delle donne stesse. La malattia, la diversità, il presunto sadismo del Marchese diventano un pretesto per interpretazioni diverse della vita: la fedeltà per la moglie, il piacere per la sorella, il rifiuto prima e l’accettazione poi per la madre. Le donne parlano del Marchese per cercare se stesse, per confrontarsi fra loro. La voglia di amore di un universo femminile che appare sterile si sublima nell’inazione e nella conversazione galante e arguta.

Castri ha iscritto l’azione in un unico scorcio di giardino, sapientemente ideato da Maurizio Balò, che cambia con le stagioni così come invecchiano i personaggi col passare degli anni. Tre semplici panchine permettono il continuo confronto anche fisico delle protagoniste, che si trovano ai vertici di un simbolico triangolo al cui centro si materializza invisibile, grazie alle parole, il Marchese De Sade. Un testo di conversazione quello di Mishima che Lucilla Morlacchi, la Signora di Montreuil, conduce con esperienza e classe tenendo sempre saldamente in mano, con un’interpretazione misurata, le briglie dell’attenzione, marcando così una netta differenza con le pur brave colleghe, che, spesso, nell’intrico delle parole rischiano di far sfuggire in un branco scomposto le attenzioni del pubblico. Buona l’interpretazione di Laura Pasetti come Madame De Sade, un tantino esagitata nel secondo atto, eccelsa invece nel terzo. Appropriate Elena Ghiaurov, Francesca Inaudi, Cinzia Spanò e Olga Rossi.

La misurata e felice regia di Massimo Castri esalta al massimo la Morlacchi, creando uno spettacolo di grande classe, curato fin nei minimi particolari come il canto di diversi uccelli nel giardino a seconda del cambio di stagione. Lo spettacolo affascina e avvince soprattutto nei due atti finali, lasciando al termine una zuccherosa sensazione di dolcezza.

Il pubblico del Teatro Sociale, abbastanza scarso visto la presenza della Morlacchi, ha mostrato di gradire lo spettacolo anche se ci sono state nel corso della serata alcune defezioni.

(Giovedì 22 Novembre 2001)
A. Manuelli