Recensioni - Opera

Brio e divertimento nel Goldoni della Barcaccia

I testi di Goldoni sono un appuntamento obbligato all’interno delle varie rassegne teatrali veronesi, per questo, alla fine, data ...

I testi di Goldoni sono un appuntamento obbligato all’interno delle varie rassegne teatrali veronesi, per questo, alla fine, data l’estrema ricchezza di proposte, risulta difficile riuscire ad emergere all’interno di un panorama così vasto. Per quanto riguarda quest’ultima messinscena curata dalla compagnia “La Barcaccia”, invece, si può parlare di uno spettacolo estremamente riuscito destinato a restare impresso ai più, per il brio, il dinamismo e la bravura dei singoli interpreti.
L’allestimento si basava su un impianto scenico sostanzialmente classico, in cui veniva riprodotto il tradizionale interno di una casa veneziana che, mediante lo spostamento di due pannelli, si trasformava in un altro appartamento, ed anche la regia, influenzata da questo apparato, era stata concepita secondo i più consolidati canoni degli spettacoli goldoniani. Ma ciò non ha costituito assolutamente un limite, infatti questa linearità e pulizia nell’impostazione degli attori hanno permesso ai medesimi di far emergere le loro doti interpretative ed il loro notevole affiatamento sulla scena.
Su tutti dominava la Cecilia di Roberta Venturini, protagonista effettiva del testo e vera mattatrice della serata. La sua interpretazione divertita e caricaturale della “novizia” ha costituito uno dei punti di forza dello spettacolo. Accanto a lei Roberto Puliero ha dato prova di essere un attore di sicura esperienza. Il suo Cristofolo è stato reso in maniera estremamente efficace pur attingendo ad una recitazione misurata e mai eccessivamente enfatica. Lodi incondizionate vanno anche alle brave Kety Mazzi e Fernanda Vettorello, che si sono distinte rispettivamente nei ruoli della Signora Checca e della cameriera Lucietta, a Giuseppe Vit nel ruolo del tappezziere Sguardo ed a Davide Vareri che interpretava Anzoletto.
A voler cavillare si potrebbe dire che i due innamorati, rispettivamente Laura Murari ed Andrea Castelletti, hanno dato l’impressione di mancare un po’ di esperienza: le loro interpretazioni infatti non sono risultate particolarmente incisive ed anche dal punto di vista tecnico hanno dato l’impressione di aver bisogno di lavorare ancora, mentre un plauso va rivolto alla giovanissima Cecilia Lavagnoli che nonostante l’età ha saputo destreggiarsi appropriatamente nel ruolo di Rosina.
Di buon livello il resto della compagnia.
Lo spettacolo resterà in scena sino al 5 agosto, tutte le sere, domenica esclusa, presso il cortile dell’Istituto Montanari, e, a mio avviso, vale sicuramente la pena di assistervi, anche se questo pare che il pubblico già lo sappia viste le oltre 600 persone che gremivano la platea la sera a cui ho partecipato.

Davide Cornacchione (21/7/01)