Recensioni - Opera

Cassandra, ultimo baluardo contro l’Ybris

Elisabetta Pozzi magnetica interprete dell’eroina troiana al Cortile mercato Vecchio

In questo caso la Pozzi, autrice anche della drammaturgia, ricostruisce il percorso della profetessa troiana attraverso autori classici quali Omero, Euripide e Seneca, mescolandoli con autori contemporanei quali Christa Wolf, Nietzsche, Ritsos, Eliot, per confluire nel bellissimo ed apocalittico finale firmato da Massimo Fini.

La maledizione di Cassandra le permette di vedere nel futuro ma allo stesso tempo la condanna a non essere creduta. Nonostante questo nel suo ultimo grido disperato non rinuncia a rivolgere una profezia a tutti noi: l’essere umano, sempre più inebriato del suo potere ha perso il contatto con la realtà ed ha intrapreso un percorso che, se non interrotto, lo porterà all’autodistruzione.
Le lusinghe del benessere sono i cavalli di troia che, strisciando, si insinuano nella nostra cultura e nella nostra società minandole dall’interno. Solo invertendo questa tendenza e tornando ad ascoltare i ritmi del mondo potremo salvarci.

Lo spettacolo ha debuttato alcuni anni fa (chi scrive ha avuto la fortuna di vederlo già due volte) e durante tutto questo tempo l’attrice ha avuto modo di approfondire il personaggio e di entrare sempre più in simbiosi con questa figura complessa e sfaccettata, fornendone un’eccellente interpretazione. Di Cassandra percepiamo la fragilità, le paure, l’impotenza ma allo stesso tempo anche la forza profetica e la grandezza delle sue visioni.

Fondamentali in questo spettacolo sono le musiche originali composte da Daniele D’Angelo che non si limitano ad accompagnare ma si compenetrano con il testo potenziandone la drammaticità e la suggestione.
Uno spettacolo intenso, coinvolgente, che ad ogni replica aggiunge qualcosa di nuovo e che nella splendida cornice del Cortile del mercato Vecchio di Verona, ospitato dal Teatro Scientifico in occasione dell’Estate Teatrale Veronese, ha ricevuto l’applauso entusiasta di un pubblico numeroso e partecipe.

Davide Cornacchione 25 luglio  2017

 

L’Ybris, ovvero la tracotanza, la presunzione che spinge l’essere umano a superare i propri limiti, a voler sfidare anche gli dei è un tema ricorrente nella cultura greca. Devo ammettere che mi ha fatto un certo effetto poter assistere in poco meno di un mese ad un pregevole allestimento dei Persiani di Eschilo a Parma ed a questa Cassandra: due drammi incentrati sul tema dell’Ybris, ambedue magistralmente interpretati da Elisabetta Pozzi. Due modi diversi di affrontare lo stesso problema ma che inevitabilmente giungono alla stessa conclusione: l’Ybris porta all’autodistruzione.