
L’invito al ballo più desiderato
Quale bambina, ragazza, donna non ha sperato almeno una volta nella vita di vivere la magia della notte al castello e ballare per qualche ora con il suo bellissimo principe azzurro? Io credo proprio tutte. La realtà spesso non è così, ma è per questo che esistono le favole, per chi sa ancora sognare ad occhi aperti. E non importa che il ticchettio delle lancette ci ricordi che tutti i sogni sono destinati a finire e che il domani sia uguale all’oggi: basta la fiducia nel futuro.
Gli allievi della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano tornano al Ponchielli di Cremona con la Cenerentola di di Segej Pokof’ev coreografata appositamente per loro da Frédéric Olivieri, da oltre un decennio direttore della scuola e che ha voluto mettere in risalto le specificità di ciascuno dei ragazzi.
La possibilità di esibirsi fin da studenti in ruoli da protagonisti è un’opportunità importante dal punto di vista formativo, specialmente se, oltre alla tecnica, è necessario aggiungere anche quella parte recitata che è sempre stato il cavallo di battaglia della scuola scaligera che ha saputo formare grandi interpreti come Carla Fracci, Luciana Savignano e Liliana Cosi.
La scena si apre con Cenerentola che saluta il padre, il quale le affida una scatola che rimarrà per lei l’unico ricordo dei genitori e che la perfida matrigna vorrebbe sottrarle. Nella versione di Olivieri le sorellastre non sono en travesti, come per lo più accade, ma il ruolo è ricoperto da due belle ragazze come a voler ricordare che non sempre la perfidia dell’animo va sotto braccio con la bruttezza del corpo, vagheggiando in qualche modo le teorie della fisiognomica di Lombroso.
I quadri coreografici si alternano tenendo viva l’attenzione dello spettatore con sempre nuovi disegni coreografici e mettendo in scena anche i maschi più piccoli della scuola che, sull’esempio di quelli più grandi, abbiano modo di crescere direttamente sulla scena.
Incantevole Martina Marin nel ruolo della fata madrina: un viso fresco e sorridente, linee eleganti, braccia morbidissime. Tecnicamente forte Camilla Cerulli che ha danzato nel ruolo della protagonista: bel courus, coi piedi che si muovono in maniera impeccabile, ottimi giri e fouéttes, ma deve ancora lavorare sull’espressività. Il principe, Giacomo Migliavacca, ha una figura gradevole, anche se l’esilità del corpo è ancora di forme adolescenziali. Tra i divertissement, è risultata totalmente convincente la danzatrice indiana: sensuale ed intrigante nella danza, raffinata e ricercata nella sua giovanile semplicità, sguardo da ammaliatrice anche col viso pressoché coperto.
Apprezzatissima dal numeroso pubblico presente in sala, la coreografia di Olivieri ideata per paggi del principe che si recano in ogni parte del mondo alla ricerca della proprietaria della scarpetta persa la sera della festa: le gambe lunghe e i piedi arcuati delle giovani allieve fuoriescono da sotto la scenografia posta al boccascena in un divertente scambio di direzioni e di scarpine giocose.
Sonia Baccinelli 17 febbraio 2018