Recensioni - Opera

Civitanova Marche: Così fan tutte

Settima edizione per Civitanova All'Opera

Dopo il Don Giovanni dello scorso anno, "Così fan tutte" prosegue la celebre trilogia Mozart-Da Ponte. Una nuova produzione creata esclusivamente per questa rassegna operistica.

Regia e light designer sono curati da Bepi Morassi, che opta per un allestimento moderno, molto giocoso, frizzante, con qualche trovata bizzarra, dove i protagonisti si muovono spesso freneticamente. La scena principale curata da Sauro Maurizi con Francesca Burattini ha un grande banco bar, pareti grige con appesi poster pubblicitari di bevande e foto di divi del cinema. All'inizio del secondo atto c'è una veloce parentesi in spiaggia con ombrellone, lettino e sdrai.

Molto colorati i costumi con tinte verdi, gialle, rosa. Le donne sono glamour, ma anche sportive, invece gli uomini hanno completi eleganti, divise da marinaio e un look più bizzarro che richiama la febbre del sabato sera (ma anche i cugini di campagna), con tanto di parrucche e chitarre elettriche.

Il maestro Alfredo Sorichetti alla guida dell'Orchestra Sinfonica dell’Adriatico si conferma una bacchetta sicura, capace di valorizzare tutto lo smalto, ma anche la delicatezza della partitura mozartiana. Sempre attento a seguire le voci e a far emergere le varie sezioni orchestrali con gesti precisi, equilibrati e tempi staccati correttamente. I recitativi sono stati accompagnati brillantemente al cembalo da Fabio Spinsanti. Corretto nei pochissimi interventi il Coro Ventidio Basso diretto dal maestro Pasquale Veleno.

Il cast vocale è stato dominato dallo strepitoso Don Alfonso di Bruno de Simone. Il baritono (che è stato allievo del grande civitanovese Sesto Bruscantini) lo si apprezza per la consueta verve comica, l'attenzione alla parola scenica, alla mimica facciale e per la voce squillante sia nell'aria "Vorrei dir, e cor non ho", che nei momenti d'insieme, evidenziati dai sillabati.

Accanto a lui giovanissimi e interessanti cantanti.

Elizaveta Shuvalova è stata una pregevole Fiordiligi. Il soprano ha alternato sicurezza negli acuti, nelle agilità e nei suoni più gravi, con un fraseggio curato e un'incisiva presenza scenica. Ben risolta l’aria “Come scoglio immoto resta" al primo atto e il rondò "Per pietà, ben mio, perdona" del secondo atto.

Dorabella era il valido mezzosoprano Tamar Ugrekhelidze. Una voce solida, corposa, dal colore caldo e brunito che interpreta senza difficoltà “Smanie implacabili" e soprattutto l'arietta giocosa "È amore un ladroncello" dove unisce ottima tecnica e giusta sensualità.

Validissimo il Guglielmo di Nicola Farnesi. Baritono dalla voce pastosa, buona proiezione, molto attento ai recitativi e disinvolto scenicamente. Canta con sicurezza "Non siate ritrosi”, emerge ulteriormente in "Donne mie, la fate a tanti".

Manuel Amati è un tenore leggero che interpreta un Ferrando garbato e malinconico. Le arie "Un'aura amorosa" e “Ah lo veggio, quell'anima bella" sono cesellate con gusto, corrette sfumature e musicalità.

Infine la Despina di Aziza Omarova, quanto mai civettuola e spassosa nei travestimenti. Il soprano ha una voce luminosa, bella dizione e una fluidità che mette in mostra nelle arie “In uomini! In soldati" e "Una donna a quindici anni".

Il pubblico, non proprio numeroso, ha decretato un felice successo per tutti i protagonisti.

Prossimo appuntamento sabato 7 febbraio con "Tosca" di Giacomo Puccini.

Marco Sonaglia (Teatro Rossini-Civitanova Marche 28 novembre 2025)