Recensioni - Opera

Don Pasquale con accompagnamento di cicale al Parco della Musica di Parma

La divertente regia di Pier Francesco Maestrini del capolavoro donizettiano è stata diretta da Ferdinando Sulla.

Domenica 11 luglio il Don Pasquale allestito al Parco della Musica (ex Eridania) per la stagione estiva del teatro Regio di Parma è stato anticipato alle ore 20.00 a causa della finale di calcio dell'Italia, onde evitare che gli eventuali festeggiamenti ne impedissero la conclusione. Purtroppo, tale scelta ha comportato che il primo e il secondo sono stati disturbati dall'ininterrotto frinire delle cicale che hanno reso molto difficoltoso poter seguire lo spettacolo. Cantanti ed orchestra risultavano parzialmente coperti ed i recitativi risultavano pienamente intelligibili solamente quando i cantanti erano completamente rivolti verso il pubblico.
Anche il fatto di iniziare con la luce naturale, ha impedito che si creasse fin dall’inizio quell'atmosfera più raccolta data dalle luci di scena.

Fatta questa doverosa premessa, spiace che sia andata in questo modo, perché i presupposti per uno spettacolo riuscito c'erano sicuramente tutti e sono emersi solamente nel terzo atto, quando è stato finalmente possibile udire distintamente arie e musica avvolti in una splendida atmosfera delineata dallo skyline di una New York degli anni ‘20/’30.

Il cast del Don Pasquale era composto da tanti giovani che si sono perfettamente calati nei panni dei loro personaggi newyorkesi.
Federico Longhi ha reso estremamente godibile la vocalità del marito beffato e schiaffeggiato. La sua interpretazione è stata connotata da un’ampia gamma di colori. Il dottor Malatesta, interpretato dal giovane baritono Pablo Galvez, non è stato da meno e ha fornito un’ottima prova. In particolare, si è distinto per la dizione chiarissima e per la sua capacità di stare al gioco con gli altri personaggi.

Laura Giordano è stata molto efficace nel ruolo di Norina. I numerosi abiti scelti per lei, ne hanno messo in rilievo lo splendido fisico, che di certo non avrà lasciato indifferente la parte maschile del pubblico ed avrà suscitato una certa invidia in quella femminile. Il suo canto era ben timbrato anche se talvolta si è percepita qualche screziatura, in particolare all'inizio del primo atto e proprio sul finire del terzo atto. Il giovane Ernesto, interpretato da Antonio Mandrillo, è un tenore da coltivare. Il timbro di voce è buono, anche se necessita di un maggiore affinamento. La giovane età però lascia spazio per una sicura crescita.

L'orchestra dell'Emilia Romagna Arturo Toscanini è stata diretta dal giovane Ferdinando Sulla che ha saputo cogliere tante sfumature della partitura di Donizetti mettendo in risalto più di un passaggio. Nel complesso la sua direzione è stata omogenea e morbida.
Ottima prova anche per il coro del teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.
Semplice, ma efficace, l'idea scenografica di Guglielmo Nova che ha supportato l'idea del regista, Pier Francesco Maestrini, con cambi scena lampo, grazie ad un disco girevole che permetteva di mutare gli arredi in pochissimo tempo.
Splendida atmosfera creata dalle luci di Andrea Borelli e dai magnifici costumi disegnati da Luca dall'Alpi.

Sonia Baccinelli